Firenze, 4 settembre 2023 - Quando si parla dei colori non c’è solo l’armocromia. Il libro ‘Il colore indossato. Psicologia e simbologia dei colori dell’armadio’, che è appena uscito edito da FrancoAngeli, si concentra appunto sulla complessità del mondo del colore. Parla dei significati psicologici dei colori amati e di quelli evitati, del loro potere comunicativo, della loro simbologia emozionale (in base agli studi psicologici) e di quella culturale (in base agli studi storici e antropologici). Quello scritto dalla psicologa della moda Paola Pizza e da Valeria Viero, consulente in comunicazione attraverso la valorizzazione dell’immagine, con introduzione di Stefania Ricci che è stata direttrice del Museo Ferragamo, è un libro per tutti coloro che non vogliono limitarsi a parlare dei colori che donano al proprio volto, ma vogliono scoprire anche i tanti altri significati che nascondono e rappresentano. I colori infatti hanno un’influenza sull’umore, liberano o reprimono le emozioni, esprimono la propria personalità, raccontano agli altri chi siamo, e rendono più forte il messaggio aiutando a raggiungere gli obiettivi in un determinato contesto.
Il libro è pensato per chi vuole approfondire il mondo del colore in abbigliamento, andando oltre i colori in palette e scoprendo i significati profondi, in sintonia con il vero Sé. Rappresenta dunque una guida per chi vuol conoscere la complessità dei significati dei colori indossati, per chi vuol rendere più empowered il rapporto con i colori dell'armadio e per chi vuol lavorare in modo più consapevole sulle variazioni cromatiche nella consulenza di moda. Ed è anche arricchito con molti esempi di casi reali o tratti dalla letteratura, dati di ricerche e riferimenti scientifici e di un test. Paola Pizza, come nasce l’idea di scrivere questo libro? “Il libro nasce dalla collaborazione tra me Valeria, che per anni abbiamo tenuto corsi in codocenza sulla psicologia del colore per ESR Italia. Proprio i nostri studenti ci hanno molto stimolato a scriverlo, perché nel panorama degli studi sul colore della moda non esistono testi che tengono conto di tutti i diversi aspetti del colore. Oggi si parla tanto di armocromia, ma considerare i colori che donano al volto è solo un piccolo aspetto: è come osservare un quadro soffermandosi solo su un angolo o guardare un prisma da fuori. C’è invece molto da dire sui colori, dal punto di vista della psicologia, della sociologia, per comprenderne il simbolismo emozionale e culturale, oltre al potere comunicativo. I colori hanno un legame profondissimo con l’inconscio sia individuale che collettivo" . A chi si rivolge questo libro? “A tutte le persone che lavorano con il colore - sia gli psicologi della moda che i consulenti di moda – e desiderano guardarne la complessità. Questo libro affronta il tema del colore con un approccio scientifico, fornendo dati di ricerche e parlando degli studi sul colore che sono stati fatti dal 1900 in poi da molti psicologi e sociologi. Si parla anche degli studi antropologici e ovviamente ci soffermiamo sull’aspetto comunicativo, molto importante nell’abbigliamento. Tutti noi infatti, quando indossiamo un colore comunichiamo, raccontiamo qualcosa di noi agli altri. Attraverso i colori possiamo anche raggiungere con efficacia un determinato obiettivo in un contesto”. Mi faccia un esempio. “Basti pensare a quanto possa essere produttivo indossare qualcosa di colorato a un colloquio di lavoro per un posto creativo. In questo modo ci si mostra come una persona dinamica, estroversa. Al contrario vestirsi di nero in questa stessa occasione potrebbe essere controproducente, non funzionale all’obiettivo, perché diamo un’idea di austerità, di controllo, di una persona cupa”. Leggendo questo libro chiunque può arrivare a conoscersi un po’ di più? “Esatto. Questo volume è perfetto per tutte quelle persone che vogliono aumentare la propria consapevolezza sull’uso del colore. È normale che tutti ne amiamo alcuni e ne detestiamo altri. Queste preferenze o ‘antipatie relative’ a determinati colori variano da persona a persona e sono legate all’inconscio. Non a caso abbiamo pensato DI arricchire il volume con molti esempi di casi reali o tratti dalla letteratura, e abbiamo inserito come allegato multimediale un test che tutti i lettori possono fare proprio per analizzare il proprio rapporto con il colore. Attraverso i risultati del test si trovano delle chiavi di lettura anche della propria personalità”. È vero che indossare determinati colori fa stare meglio? “I colori sono certamente anche uno strumento di benessere, perchè liberano o reprimono le emozioni. Spesso il colore giusto ci fa star meglio. Quando siamo giù di morale è meglio preferire un abito colorato che indossarne uno grigio, nero o comunque scuro, che non fa altro che enfatizzare il nostro cattivo umore”. Ci racconta qualche curiosità legata all’aspetto cromatico nel vestire? “Per fare un esempio della complessità del colore, abbastanza sovente si dice “verde speranza”. In realtà questo non è che una piccolissima parte del significato di questo colore. Il verde è il colore della stabilità, della costanza ed esprime il desiderio di mostrare il proprio valore. In alcune tonalità esprime orgoglio e in quelle più chiare speranza di cambiamento. La regola è: mai semplificare, ma cercare di cogliere la complessità dei colori, che hanno delle forme positive e delle forme negative, aspetti-luce e aspetti-ombre. Altro esempio è il nero. Molte volte lo si sceglie perché è più semplice, perché smagrisce o si associa all’eleganza (che dipende invece dal taglio e dal materiale dell’abito oltre che dal contesto): in realtà spesso si tratta di una “non- scelta”. Primo appuntamento: che colore deve scegliere una donna? “Il tubino nero, per quello che dicevamo, non va bene per tutti gli obiettivi relazionali. Comunica intransigenza, controllo affettivo, desidero di non svelare niente di sè all’altro. Al primo appuntamento si dovrebbe invece comunicare qualcosa, cercare di piacere, ma è difficile riuscirci quando si nascondono le proprie emozioni”. Resistono pregiudizi sui colori? “Esistono e resistono: tipo il rosa per femminucce, l’azzurro per i maschietti. O che certi colori a una certa età non si possono più mettere. Fino a qualche tempo fa era considerato normale che gli anziani, o le nostre nonne, si vestissero di colori scuri perché si riteneva che una persona avanti con gli anni non avesse più una sensualità, O desiderio di piacere. Non deve essere così: ogni persona, aldilà dell’età, deve sentirsi libero di usare i colori che meglio esprimono la propria personalità. Non c’è un’età per i colori. Certo, non si va vestiti di rosso a un funerale, bisogna sempre guardare al contesto. Tuttavia è bene tenere conto sempre della propria identità e di come determinati colori possono esprimerla al meglio e farci stare bene, mentre altri colori possono essere penalizzanti”. E riguardo ai colori che dettano le mode? "Quest’estate è andato di moda il nero, in altri momenti a farla da padrona sono quelli pastello. In ogni caso è bene non scegliere a priori strade stereotipate, non bisogna uniformarsi a quello che indossano tutti. Bisogna riacquistare la libertà di scelta e chiedersi se quel determinato colore mi piace, se mi sta bene, se mi fa sentire bene, se mi valorizzata, se mi aiuta a raggiungere gli obiettivi se esprime la mia identità. La moda propone, ma le persone possono scegliere i colori da indossare e da abbinare”. L’autunno è alle porte, quali consigli si dente di dare? “È vero che durante l’inverno molte persone usano colori scuri, mentre d’estate ci si sente più liberi di esprimere le proprie emozioni. Credo però che proprio durante l’inverno, per il buio che porta con sé, abbiamo bisogno di energia e di luce. Quindi utilizzare dei colori in queste stagioni ha anche un aspetto terapeutico. Durante l’inverno dobbiamo imparare a osare un po’ di più. C’è chi veste colori dalla testa ai piedi, ma senza arrivare a questo, si può rivitalizzare il proprio abbigliamento con un semplice tocco di colore in un accessorio. Che per una donna può essere una collana o in un paio di orecchini, per un uomo la cravatta, la pochette, un pantalone, una giacca oppure una bella sciarpa colorata”. Il 7 settembre alle 19 il libro sarà presentato in un webinar: per chiedere di partecipare e ricevere il pass-code scrivere a [email protected].
Maurizio Costanzo