PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
Firenze

La malattia di Berlusconi

Il direttore de La Nazione risponde ai lettori

Pierfrancesco De Robertis

Pierfrancesco De Robertis

Firenze, 11 giugno 2016  - CARO DIRETTORE, vedo che state dando spazio alla malattia di Berlusconi. Mi chiedo che cosa ci sia di particolarmente rilevante, con tutto il rispetto, in uno scompenso cardiaco di un ottantenne, che peraltro già da tempo si era abbastanza defilato dalla vita politica.

Giulio Lasagna -  Scarperia

CARO LASAGNA, credo che la malattia di Berlusconi, comunque andrà a finire, non sarà esente da ripercussioni politiche. Come accade sempre per la salute dei grandi leader politici. Tutti auguriamo al Cav di ristabilirsi prima possibile, ma è evidente che una tale «botta» lo indurrà quantomeno a un ritiro parziale dalla scena politica, se non a un vero e proprio ritiro a vita privata, al massimo a curare gli interessi di famiglia. E la politica senza Berlusconi vivrà una fase nuova. Finora la presenza del «capitano» azzurro, quantunque indebolito (politicamente) fungeva da tappo per la nascita di una nuova leadership nel centrodestra moderato. Berlusconi non aveva la forza (politica) di fungere da leader ma ne aveva quanta ne bastava per impedire che un altro prendesse le redini del comando. Adesso, senza lui in «campo», la «guerra» per il primato potrà iniziare. Ne vedremo delle belle.