
Lura
Firenze, 29 ottobre 2015 - Ogni regina ha la sua erede, ma non sempre nella musica l'erede è una, soprattutto quando la dinastia è aperta da Cesaria Evora. Sicuramente Lura (Maria de Lourdes Pina Assunçao all'anagrafe, 30 anni, nata a Lisbona da genitori capoverdiani) è una delle artiste che più si avvicina alla qualità della “cantante scalza”, che ha portato in giro per il mondo la morna, la coladera, il funanà facendo diventare la musica dell'arcipelago di Capo Verde di grande successo.
Lura è a Firenze (auditorium Flog per Musica dei Popoli, venerdì 30 ottobre alle 21,30) per presentare nella rassegna “Donne dell'altro mondo” il suo ultimo cd, “Herança”.
Lura, bentornata in Italia...
“Grazie, è sempre un piacere venire qui, amo questa terra che è così diversa da città a città e anche nei luoghi più piccoli. E poi ha una lingua bellissima che adoro e che voglio imparare”.
E della nostra musica che cosa dice?
Amo la parte più popolare della musica italiana, la più antica. Il mio brano preferito è 'O surdato 'nnamurato'”.
In linea con la sua passione per la musica popolare...
"Sì, la più vera”.
Torniamo a Capo Verde, partendo proprio da Cesaria Evora: che cosa ha rappresentato per lei?
“È la nostra referenza, per me e per tutti gli artisti delle mie isole. Avere sentito i suoi concerti e avere potuto stare accanto a lei mi ha dato moltissimo. Cesaria è stata la spinta per la mia carriera, avere cantato assieme a lei è stato molto importante. Il suo ruolo è decisivo: ha aperto al mondo la nostra musica, è stata la diva per eccellenza, un esempio da seguire”.
Lura, come si è avvicinata alla musica?
"Per un caso. Io speravo di essere una ballerina. Una volta, a diciassette anni, per provare uno spettacolo ci siamo trovati in studio con un cantante importante a quel tempo e c'era da registrare un duetto che doveva lanciare assieme allo spettacolo un disco. Io ho provato a cantare e sono piaciuta. A quel punto invece di ballerina sono diventata cantante”.
Lei è nata a Lisbona, pur essendo di famiglia capoverdiana: ha significato qualcosa di diverso nell'impatto con la terra di origine della sua famiglia?
“Penso che la passione, la voglia e la saudade della mia terra di origine sia stata maggiore così come la curiosità di ritrovare ogni volta le mie isole”.
Al di là di Cesaria Evora, qual è stato il musicista che maggiormente ha influito sulla sua formazione?
“Orlando Pantera, un personaggio straordinario di Capo Verde, un grande musicista morto purtroppo giovane. Ma le sue composizioni rimangono nel tempo e diffondono l'anima più intensa delle isole”.
Come definirebbe la sua musica?
“La mia musica è ispirata alle tradizioni di Capo Verde ed è cantata in creolo. Racconto le storie che accadono nelle mie isole, i racconti che circolano e che danno il ritmo della vita capoverdiana, non solo l'immigrazione, ma l'amore, la nostalgia, l'allegria. Tutto aiutato dalla sonorità che pervade la mia terra”.
Ma Lura quale musica ama, oltre alla propria?
“Un poco di tutto, dal flamenco alla house alla classica, mi piace ascoltare tutto e immagazzinare”.
È in uscita, e viene presentato a Firenze, il suo ultimo cd, che ne segue altri come il capolavoro Di korpu ku alma. Questo si intitola Herança', ovvero patrimonio e anche eredità. Di cosa si tratta?
“Un ritorno al Capo Verde più profondo, più intimo, ma anche quello dei problemi e delle storie assolute. Due brani li ho scritti io e partecipano grandi musicisti come Nana Vasconcelos e Leonor Almeida. Una cosa venuta dal cuore e di cui sono molto soddisfatta. Lo ascolterete”.