Firenze, 11 aprile 2023 - Che fine ha fatto l'assassino di Niccolò Ciatti? Rassoul Bissoultanov, il ceceno professionista di lotta e di arti marziali, condannato in entrambi i procedimenti aperti a suo carico in Spagna e Italia per l'omicidio del 21enne di Scandicci, è scomparso da nove mesi. A ‘Chi l'ha visto?’, in onda il 12 aprile alle 21.20 su Rai 3, parla il papà di Niccolò, Luigi Ciatti ospite di Federica Sciarelli, in studio. Obiettivo, inoltre, sulla storia di Jessika, 17 anni, scomparsa dalla provincia di Bergamo: alcune segnalazioni della ragazza, affascinata dalle religioni, portano a Trevignano (Roma), dove una presunta veggente sostiene di parlare con la Madonna di Trevignano che lacrimerebbe sangue. Da qualche giorno anche la veggente è svanita nel nulla, dopo aver raccolto offerte e donazioni dai suoi seguaci. Nel programma, come sempre, gli appelli, le richieste di aiuto e le segnalazioni di persone in difficoltà. La morte di Niccolò Ciatti Niccolò Ciatti è stato ucciso nell'estate del 2017 a seguito di un pestaggio avvenuto in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna, ad agosto di quell’anno. L'aggressione a calci e pugni è stata fatale al giovane, che è morto a soli 22 anni. Il principale accusato, il ceceno Rassoul Bissoultanov, si era difeso affermando di essere "andato nel panico" e di "non aver voluto" colpire il ragazzo fiorentino a morte. La causa del decesso, "emorragia cerebrale" come conseguenza del colpo subito, è stata anche confermata dai medici legali che hanno condotto l'autopsia sul corpo di Ciatti.
Le immagini del pestaggio mortale, riprese da uno dei presenti nella discoteca, hanno fatto il giro del mondo. Le telecamere del locale, puntate alternativamente su vari punti del St Trop, non hanno registrato l'aggressione, durata circa 45 fatali secondi.
Ma il video con gli ultimi secondi del pestaggio è inequivocabile, perché il dj del locale, resosi conto di quanto stava accadendo, ha fermato la musica e acceso le luci. I tre ceceni hanno cercato di difendersi dichiarandosi non violenti, ma le immagini del pestaggio e del violento calcio alla testa sferrato dal giovane ceceno a Ciatti già a terra hanno suscitato perplessità e inquietudine nell'opinione pubblica italiana. La condanna Il 7 febbraio di quest'anno è arrivata la sentenza e Rassoul Bissoultanov è stato condannato a ventitrè anni. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'Assise di Roma non accogliendo la richiesta di ergastolo avanzata dalla Procura. I giudici, al termine di una camera di consiglio di oltre tre ore, non hanno riconosciuto le aggravanti degli abbietti e futili motivi.
"Quello che Bissoultanov ha fatto nei confronti di Niccolò credo sia di una crudeltà unica - ha commentato il padre, Luigi - Sicuramente non è l'ergastolo che pensavamo potesse arrivare per questo assassino: il vero condannato, innocente, è stato in primo luogo mio figlio".
Nel corso della requisitoria il pm Erminio Amelio ha ricostruito le tappe della vicenda, anche dal punto dal punto di vista giudiziario. L'imputato, attualmente latitante, è già stato condannato in Spagna a 15 anni di carcere. Il rappresentante dell'accusa ha affermato che l'omicidio è stato "commesso in pochi secondi".
"Niccolò è stato tenuto da un amico di Bissoultanov e preso a pugni dal ceceno, quindi dopo essere caduto a terra è stato colpito dall'imputato con un calcio micidiale alla tempia, sferrato con tecniche di combattimento". Bissoultanov era un atleta di Mma e non aveva potuto partecipare ai campionati nazionali in Francia per problemi di cittadinanza. Bissoultanov venne estradato in Italia nel dicembre 2021 dalla Germania. E' tornato libero alcune settimane dopo alla luce di una istanza, accolta dai giudici, su un difetto di procedura. Da quel giorno di lui si sono perse le tracce.
Maurizio Costanzo