Firenze, 23 febbraio 2024 – Momenti di tensione stamani a Firenze nel corso della manifestazione indetta dai sindacati di base per la Palestina. Il corteo, partito da piazza Santissima Annunziata e formato oltre che da rappresentanti dei sindacati di base anche da studenti e appartenenti alla comunità palestinese, ha sfilato per le vie del centro storico arrivando fino ai lungarni in prossimità del consolato Usa.
Qui era stato predisposto uno sbarramento dalle forze dell'ordine. I manifestanti hanno cercato di avanzare e la polizia li ha respinti con cariche di alleggerimento. Una ragazza sarebbe rimasta ferita. Alla fine il corteo ha raggiunto piazza Ognissanti dove si sono tenuti gli interventi finali.
La manifestazione fiorentina si è poi conclusa in piazza Ognissanti, sulle note di 'Casa mia’ di Ghali, senza ulteriori tensioni. La manifestazione era organizzata in occasione dello sciopero generale proclamato dai Cobas. «La polizia ha alzato i manganelli, c'è stata una carica per impedire, come annunciato, di manifestare pacificamente sotto il consolato Usa - ha detto Luca Toscana di Si Cobas -. Per la terza volta gli Stati Uniti si sono opposti, mettendo il veto, al cessate il fuoco per fermare il genocidio che sta accadendo dall'altra parte del Mediterraneo. Per questo abbiamo proclamato questo sciopero generale, e l'adesione è stata alta, soprattutto nel tessile, nella logistica, ma qui in piazza c'erano anche docenti, lavoratori della sanità, insieme agli studenti». «Una studentessa è in ospedale per una manganellata - ha aggiunto -. Probabilmente dovrà ricevere dei punti sutura. C'è un clima inquietante e inaccettabile di censura. Mentre davanti a quello che sta accadendo dobbiamo sempre di più alzare la voce e chiedere il cessate il fuoco e il ripristino del diritto internazionale». Poco prima dell'avvio del corteo Abed Dass, presidente della Comunità palestinese di Firenze, aveva sottolineato: «Dopo cinque mesi di genocidio - ha detto - siamo molto contenti che la questione palestinese sia arrivata anche a toccare l'anima dei giovani, per noi è molto importante che anche loro abbiano deciso di scendere in strada e manifestare per chiedere di fermare questa guerra, questo genocidio». «Siamo tutti qui per chiedere di dare forza alla pace - ha aggiunto - e speriamo che questa voce arrivi alle nostre istituzioni per darci la possibilità di costruire tutti insieme una pace duratura che dia giustizia a tutti quanti».