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Pasta regina della tavola: dagli spaghetti alle penne, la classifica dei formati più amati

Ecco i dati dell'indagine Nielsen: al quarto posto i fusilli e al quinto i rigatoni

Spaghetti alla carbonara (Ansa)

Firenze, 18 dicembre 2023 - Gli spaghetti si posizionano al 1° posto dei formati più amati dagli italiani. In Toscana poi, subito dopo gli spaghetti e le penne che occupano la seconda posizione, si collocano le mezze maniche. Seguono a ruota i fusilli e i rigatoni. 

Lo rivela un'elaborazione di Unione Italiana Food sulla base di un'indagine Nielsen che ha fotografato le preferenze in fatto di formati di pasta nel Paese, secondo 4 aree: Nord-ovest (Piemonte, Valle d'Aosta, Liguria, Lombardia), Nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna), Sud (Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia).

"Se gli spaghetti - informa una nota - sono l'Id della pasta, al 2° posto si posizionano le penne e insieme rappresentano il 78% della pasta venduta in tutto il Paese, tenendo in considerazione che quando parliamo di spaghetti e penne ci riferiamo a tutta la categoria di spaghettini, spaghettoni, pennette, mezze penne, pennoni e tutte le diciture affini che riportano allo stesso formato".

A partire dalla 3° posizione, cominciano a delinearsi invece le preferenze regionali, con formati di pasta iconici utilizzati per le ricette della tradizione. Al Nord (ovest ed est) vincono i fusilli mentre nel centro, e quindi in Toscana, sono le paste corte come le mezze maniche a farla da padrone e al sud la preferenza va alla pasta per brodi e minestre, con la pasta mista a occupare la maggior parte della sezione.

Al 4° posto, al Nord (ovest ed est) e al Sud vince la pasta corta contro i fusilli che conquistano il Centro e infine, in 5° posizione, la pasta per brodi e minestre predomina al Nord mentre al Centro e al Sud vincono i rigatoni/tortiglioni/maccheroni. Secondo i dati di Unione italiana food, l'Italia è leader mondiale di produzione (3,6 milioni di tonnellate) e consumo con 23 kg a testa.