EMANUELE BALDI
Politica

Elezioni, candidati divisi su tram e turisti a Firenze. Casa, la sfida più dura. Ma ecco perché il voto si decide sulla sicurezza

A Palacongressi è stato il tema più caldo. Funaro per il vigile di quartiere. Schmidt: "Municipale in strada e non più negli uffici o a fare le multe"

Firenze, 1 giugno 2024 – D’accordo il tema tramvia divide. Diciamo pure che squarcia in due gli umori della città. ’Ultras’ di Sirio da una parte e gente che vede verghe e pali come fumo negli occhi dall’altra. Ma, anche se buona parte della ’cura del ferro’ è ancora in fase embrionale (mancano le linee per Gavinana e Campo di Marte nel quadrante est e tutto il crinale dei borghi fino alle Piagge sulla sponda opposta), il tema è, paradossalmente, vecchio. Supervecchio visto che Guelfi e Ghibellini ci litigano su dalla fine degli anni ’90, ma le sorti dello stesso non hanno mai spostato gli esiti delle tornate comunali.

Ergo, anche se è vero che la faccenda tiene di nuovo banco, con il candidato del centrodestra Eike Schmidt che insiste nel dire che questa tramvia ha "deforestato" mezza città e nell’ipotizzare di "interrarne alcuni futuri tratti" (pur ribadendo, come ha fatto al Palacongressi spiazzano un po’ i suoi di esser dello stesso tram un "fan") e la rivale dem Sara Funaro che la promuove a pieni voti e promette d’ora in poi "tecnologie all’avanguardia per le nuove linee", non sarà determinante l’8 e il 9 giugno.

E d’accordo c’è anche il tema del turismo – cioè dell’ overtourism , il turismo satollo – ma, al netto di Schmidt che punta a spalmare i flussi magari tirando in ballo le ville Medicee e di Funaro che rivendica le battaglie sul decoro dell’uscente giunta, a detta di molti rivali non proprio riscontrabili a occhio nudo, è una questione dove i futuri sindaci avranno margini di manovra comunque assai limitati. D’accordo anche che, a queste latitudini, si litiga pure da un pezzo sulle grandi opere, nuova pista di Peretola e tunnel tav, tanto per dire. Ma, uno, entrambi i candidati di punta sono, pur con sfumature diverse, favorevoli ai due progetti e, due, si tratta comunque di operazioni che attengono più a una visione generale di città che a una ’voce in capitolo’ che un sindaco potrà materialmente avere.

Tolta poi anche la questione Franchi (lo scontro tra sinistra, favorevole al restyling, e destra, che avrebbe sostenuto il nuovo impianto costruito dalla società, e i renziani con Saccardi in testa che predicano da mesi di metter quei soldi pubblici in case e scuole), quella del ’multificio’, sulla quale il Pd cerca da mesi di sviare ma che ha snervato tanti e le grane del traffico, gli aghi della bilancia paiono esauriti.

Ci sarebbe il tema casa e il caro-affitti ma anche in questo caso, al netto di promesse di nuovi alloggi popolari di qua e di là, la questione ha una portata temporale tale da non suscitare voti di pancia dietro in cabina

La sensazione generale, dunque, è che la partita elettorale più incerta di sempre in riva d’Arno, si giocherà su una questione, una sola: la sicurezza. È inevitabile, e lo è per una ragione neanche troppo cervellotica.

È l’emergenza più fresca, quella, fra tutte, che alle ultime comunali del 2019 (prima dello sconquasso pandemia) ancora non c’era, o almeno non aveva fatto drizzare le antenne a così tanti fiorentini che hanno visto stravolte le loro quotidianità in diversi rioni ritrovatisi loro malgrado a essere le ’casse di espansione’ della microcriminalità dei due grandi buchi neri della città, la stazione di Santa Maria Novella e le Cascine. Se insomma al Campo di Marte e a Coverciano, così come a Gavinana e all’Isolotto si vive ancora bene, a Novoli non proprio. E men che mai a San Jacopino e in buona parte del centro storico. Dice Funaro che il tema riguarda la "carenza di agenti" e che lei "andrebbe subito al Viminale" e si metterebbe "lì sotto finché non arrivano risposte (facendo riferimento ai 200 agenti che a detta dei dem mancano all’appello ndr ). La stessa promette di "potenziare il corpo di polizia municipale e prevedere i vigili di quartiere diffusi sul territorio". Schmidt ribatte: "Meno agenti in ufficio, meno multe, più presenze in strada. Poi serve l’interazione fra vigili e altre forze dell’ordine". Chi sarà più convincente, probabilmente si accomoderà presto sulla poltrona della sala di Clemente VII.