Firenze, 5 gennaio 2019 - La Toscana non ci sta e contro il decreto sicurezza del Governo la Regione Toscana farà ricorso alla Corte Costituzionale, con una delibera che sarà approvata nella seduta di Giunta di lunedì prossimo. Lo annuncia il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, confermando il pieno sostegno alla protesta dei sindaci, che, dice, "fanno bene a ribellarsi ad una legge disumana che mette sulla strada, allo sbando, decine di migliaia di persone che cosi' diventano facile preda dello sfruttamento brutale e della criminalita' organizzata, aumentando l'insicurezza".
"Nel frattempo - sottolinea Rossi - per aiutare e assistere i migranti e tutti coloro che hanno bisogno, come fanno i volontari, i sindaci e come gia' facciamo noi, almeno in Toscana si avranno tutele stabilite da una legge regionale. Lo scorso 22 dicembre, infatti, io e la mia Giunta abbiamo approvato una proposta di legge - che sara' votata dal prossimo Consiglio regionale e per la quale abbiamo gia' previsto in bilancio 2 milioni di finanziamento - che tutela i diritti della persona umana, a prescindere dalla cittadinanza: diritti per tutti, non solo per i cittadini italiani, ad essere curati, ad avere una dimora, un'alimentazione adeguata e ad avere un'istruzione".
"La materia sanitaria, assistenziale e l'istruzione - continua Rossi - sono materie concorrenti su cui le Regioni, per il titolo V della Costituzione, hanno potere di legiferare. Già nel 2010 la Corte Costituzione si era pronunciata contro il governo Berlusconi e aveva dato ragione alla Toscana su una legge analoga che riconosceva il diritto di ogni persona alla cura. Forte di quella sentenza la Giunta propone ora al Consiglio regionale una legge piu' estesa e precisa, l'esatto contrario di quella del Governo, che invece viola i diritti fondamentali della persona umana. Confidiamo che possa essere approvata in via definitiva per la meta' di gennaio".
Il presidente Rossi è disponibile a valutare insieme ai sindaci l'esercizio previsto dalla legge La Loggia che indica la possibilità per i Comuni di richiedere attraverso il Consiglio delle Autonomie Locali che sia la Regione a farsi carico del ricorso alla Consulta in tempi piu' rapidi anche su materie dei comuni e su competenze dei sindaci. Rossi ha infine ricordato che gia' prima della conversione del decreto la Regione aveva denunciato insieme ad Anci gli effetti che questo puo' produrre sul territorio con 5000 persone che solo in Toscana sarebbero costrette all'irregolarita', creando problemi ai sindaci e producendo insicurezza e criticita' di gestione sociale.