Sandro Rogari
Politica

Il vero sconfitto è il centro

Spoglio delle schede

Spoglio delle schede

Nel grande e nel piccolo, lo sconfitto è il centro. Intendo per centro le formazioni politiche che si collocano in orgogliosa autonomia in un’area mediana fra due competitori di destra e di sinistra. Il macro esempio è Renaissance, già En marche!, il partito del presidente Macron, in una Francia che si sta radicalizzando. Il micro esempio è Saccardi nella lotta elettorale del dopo Nardella. Né per i casi francesi né fiorentini si tratta di personalità politiche mediocri. Anzi, fatte le debite proporzioni, si tratta di personalità consolidate e di lungo corso, eppure pagano un prezzo elettorale alto da collocazione politica. Certo è un altro ordine di grandezze e di ruoli. Ma resta fermo che il rapido ritorno alle urne in Francia costringe il partito di Macron a cercare degli alleati a sinistra o ad essere condannato alla sconfitta. Ma veniamo ai casi fiorentini. Prescindiamo dalle dinamiche che hanno portato Italia viva a non entrare nella cordata elettorale di Sara Funaro. Constato che il correre da sola, inseguendo il ruolo di ago della bilancia nella prospettiva del ballottaggio, ha penalizzato la candidatura Saccardi. Infatti, contrariamente ai commenti prevalenti, incassare un abbondante 7% è stato un successo, ma semplicemente non utile alla funzione di condizionare l’esito del secondo turno. Il motivo risiede in una regola non scritta dei sistemi politici, tanto più se spinti al bipolarismo, come nel caso della legge elettorale per le comunali. Gli elettori sono attratti dalle formazioni centriste solo se queste sono preventivamente coalizzate. L’esempio macroscopico lo abbiamo con Forza Italia. Deve la sua salvezza, dopo la morte di Berlusconi, alla sua collocazione centrista, saldamente ancorata all’alleanza di centro destra. Propone un’offerta politica ad elettori moderati, ma avversi alla sinistra. Nel caso Saccardi vale specularmente la stessa regola. Doveva presentarsi come componente moderata, attrattiva di elettori tendenzialmente di centro sinistra. La scelta va fatta prima, non dopo. Il centrismo puro, suscettibile di schieramenti elettorali alternativi dopo le elezioni, penalizza la candidatura.