Firenze, 7 dicembre 2022 - In Liguria è stata una figura di successo che ha aiutato i cittadini più in difficoltà nelle incombenze quotidiane: ha svolto commissioni per anziani e disabili, è andato per loro conto in farmacia o alle Poste, ha fatto compagnia a chi era più solo, ha portato fuori il cane alle persone allettate o si è occupato del gatto di chi era via per lavoro, ha aiutato le persone nelle farraginose pratiche amministrative e soprattutto in quelle digitali, vero scoglio per gli anziani, ha insegnato loro utilizzare il computer e il cellulare, ha svolto piccole riparazioni o è andato a fare la spesa per conto di chi era in isolamento. Insomma: lui c’era in tutte quelle piccole falle dove il welfare tradizionale non arriva.
È il maggiordomo di quartiere, nato nel 2019 anni fa dall’idea di Confindustria Liguria, come esperimento di welfare aziendale per permettere ai lavoratori di conciliare i tempi del lavoro con gli adempimenti quotidiani; poi esteso, in collaborazione con la Regione, a iniziativa di welfare territoriale prima in un quartiere del centro di Genova e in seguito a tutta la Liguria, tramite un bando lanciato dall’assessore alle politiche socio sanitarie Ilaria Cavo (ora parlamentare), tanto apprezzato che diversi comuni ne avevano chiesto la proroga e oggi il suo successore Marco Scajola sta valutando una riedizione.
Ma l’idea è piaciuta anche a Sud della foce del Magra: ieri al Quartiere 4 è stata approvata all’unanimità una mozione per un’iniziativa analoga, declinata sotto il nome di "welfare di comunità".
"Un’iniziativa utile sia per rafforzare la rete di ascolto e monitoraggio nei confronti dei soggetti più fragili, che per tutti coloro che si trovano in difficoltà ed è finalizzata principalmente a fornire un aiuto concreto a nuclei familiari e/o soggetti svantaggiati – l’avevano definita i consiglieri della Lega Davide Bisconti e Lorenzo Bagnoli, proponenti dell’atto, alla presentazione della scorsa primavera – la quale, oltre a sperimentare un servizio innovativo di welfare territoriale, rafforzerà l'occupabilità di soggetti temporaneamente non occupati”.
Nella discussione della mozione, mediata e tra le parti e riedita in commissione, si è fatto richiamo alle “cooperative di comunità” che sono un modello di innovazione sociale per promuovere attività, servizi e iniziative per arrestare il fenomeno dell’abbandono di borghi e comunità delle aree interne, sostenute dal 2018 dalla Regione Toscana con un bando da un milione di euro. Dal 2020 poi la Regione Toscana, con Anci Toscana, le centrali cooperative e le stesse cooperative di comunità esistenti sul territorio regionale hanno sottoscritto un protocollo che segna la nascita di una rete capace di darsi obiettivi comuni e un piano di lavoro condiviso, sfociato poi quest’anno nel progetto “Borghi futuri”.
“I principi della sussidiarietà e della partecipazione attiva della cittadinanza possono essere efficaci non solo nelle aree interne e nei borghi ma anche nelle aree urbane avendo come dimensione adeguata quella del rione o del quartiere”, si è considerato nella mozione reistruita in maniera condivisa da maggioranza e opposizione in Commissione servizi sociali e poi approvata ieri in Consiglio a Villa Vogel.
Un eventuale esperimento sul Quartiere 4 di un servizio similare troverebbe terreno fertile, poiché “sul nostro territorio – si spiega nel riemendamento dell’atto – opera efficacemente la Rete di Solidarietà Q4 con uno spirito e un’impostazione che potrebbe rappresentare un utile riferimento iniziale di collaborazione e sinergia per progetti e iniziative nell’ambito del welfare di comunità e che anche altri soggetti come le biblioteche di quartiere, le associazioni, i circoli, le parrocchie, le cooperative sociali presenti sul nostro territorio potrebbero contribuire alla loro co-progettazione e realizzazione”.
Perciò si invita il Comune e la Regione a “proseguire nella programmazione a sostegno di progetti di welfare di comunità, come la formazione e lo sviluppo di servizi di cooperative di comunità, e di individuare possibili risorse comunali, regionali, statali e comunitarie volte a rafforzare ulteriormente tale programmazione finalizzata anche al sostegno di progetti specifici tipo maggiordomo di quartiere e di altri servizi di vicinato, innovativi e partecipati dal basso, volti a sostenere i cittadini tutti a partire da quelli più in difficoltà ed anche a offrire opportunità occupazionali e di economia circolare e civica”.
Un lavoro bipartisan in aula che si auspica potrebbe perciò portare a veder arrivare il maggiordomo di quartiere anche a Firenze, nel quartiere a Ovest della città: “Siamo molto contenti del lavoro fatto dalle commissioni e dalla collaborazione che c'è stata con l'opposizione che ha portato all'approvazione di tutte le mozioni all'unanimità”, ha commentato sul fronte della Maggioranza il capogruppo Pd Cristiano Nesti, alla luce dell’en plein di atti votati all’unanimità nella seduta di ieri.
“Soddisfazione per il lavoro delle commissioni che in forma congiunta hanno istituito, condiviso ed espresso parere favorevole a quattro mozioni approvate all'unanimità nella seduta del consiglio di quartiere 4 del 6 dicembre – ha detto la presidente di Commissione servizi sociali in Q4 Ilaria Tesi – Mi piace sottolineare lo spirito collaborativo che da sempre anima i lavori della commissione, dove prescindendo dalle differenze politiche e partitiche, si riesce sempre a collaborare in maniera proficua su tutte le tematiche legate ai diritti ed al loro rispetto”.