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Polli autoctoni italiani, è allarme: la maggior parte a rischio estinzione

Per tutelarlo nasce la prima Criobanca italiana del seme delle razze avicole autoctone. E grazie al dipartimento di agraria dell’università di Firenze i polli mugellesi sono stati iscritti al repertorio delle razze toscane

Polli

Firenze, 17 luglio 2023 – Gli allevamenti intensivi di polli, ibridi commerciali in grado di fornire il 67% della produzione di carne e il 55% di quella di uova, data la loro maggiore attitudine alla crescita e alla deposizione, minaccia l’esistenza delle razze di polli autoctone italiane: solo quattro razze - Bionda Piemontese, Livorno, Padovana e Polverara – non sono a rischio di estinzione. Il quadro, emerso da una ricerca pubblicata di recente sulla piattaforma scientifica Frontiers (www.frontiersin.org), è corroborato da i dati del censimento nazionale per la valutazione dello stato di conservazione dei polli sul nostro territorio presentati durante l’ultimo meeting tenutosi a San Giovanni Rotondo sullo stato di avanzamento dei lavori del progetto TuBAvI-2, un’azione sinergica di livello nazionale che supera la frammentazione locale presente fino a oggi in questo specifico campo delle scienze zootecniche. Come il suo predecessore TuBAvI, e in accordo con gli obiettivi del Psrn (Programma di Sviluppo Rurale Nazionale) il progetto vede le Università di Firenze – con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI) - di Milano (capofila), Molise, Perugia, Pisa, Torino, Padova, oltre all’Anci (Associazione Italiana Coniglicoltori), lavorare fianco a fianco per la tutela della biodiversità e del patrimonio avicolo italiano, importante serbatoio di biodiversità in uno scenario di cambiamento ambientale. Il sistema di allevamento delle razze locali, estensivo e quindi più sostenibile, è percepito infatti come più rispettoso del benessere animale e dell'ambiente rispetto all'allevamento industriale intensivo. Per giungere a un’adeguata conservazione genetica di polli e tacchini autoctoni, le cui scarse performance commerciali hanno reso la loro tutela di gran lunga inferiore rispetto a quella riservata ad altre specie zootecniche come bovini e ovini, il gruppo di ricercatori coordinato dalla professoressa Silvia Cerolini ha costituito la prima Criobanca Italiana del Seme delle Razze Avicole Autoctone, un centro di stoccaggio di dosi di materiale seminale presso le tre sedi individuate dell’Università di Milano (Lodi), Università del Molise (Campobasso), Centro Genetico di Anci (Volturara Appula, Foggia). Un risultato importante che segue a una serie di attività quali la valutazione della variabilità genetica di ben 23 razze autoctone - che costituiscono la quasi totalità delle razze incluse nel Libro Genealogico delle Razze Avicole Autoctone - e per buona parte di esse, la loro caratterizzazione fenotipica. Su quest’ultimo fronte, significativi passi avanti sono stati fatti proprio dal team del Dipartimento di Agraria dell’Università di Firenze guidato dalla prof.ssa Arianna Buccioni, le cui ricerche e azioni di tutela hanno portato all’iscrizione del pollo Mugellese nel repertorio delle razze toscane. “Un traguardo fondamentale – spiega Buccioni - in quanto rappresenta non solo un riconoscimento del carattere locale di questa risorsa genetica e del legame storico con il territorio nel quale si è conservata nel tempo, ma anche la possibilità di distinguere tale razza da altre, mettendone in luce il grado del rischio di estinzione”. Il Dagri pone, così, una pietra miliare nell’ambito degli studi avviati nei primi anni Duemila con la Prof.ssa Manuela Gualtieri e proseguiti poi nel 2017, con il primo progetto TuBAvI, dal gruppo di ricerca della professoressa Buccioni e dalla dottoressa Ilaria Galigani per preservare il patrimonio genetico e diffondere le razze avicole toscane". Presso gli allevamenti sperimentali del Dipartimento di Agraria, attivi da quasi un secolo, da quando cioè nel dopoguerra iniziarono a operare nella sede storica delle Cascine ospitando razze autoctone, i ricercatori, dopo aver selezionato i riproduttori e averli suddivisi in famiglie per razza e livrea, hanno predisposto l’allevamento a terra per valutarne le capacità di adattamento all’ambiente esterno e della resistenza a patogeni utilizzando come marker le variazioni del microbiota intestinale a variazioni ambientali. Nel corso del 2022 è stato quindi avviato un programma di selezione della progenie coinvolgendo anche alcuni allevatori sul territorio Italiano con l’obiettivo di valorizzare le razze e imbastire piani d’accoppiamento congiunti. Maurizio Costanzo