ELENA MARMUGI
Firenze

Buona fine, miglior principio e che il Porcellino ci porti fortuna

Anche l'ultimo dell'anno il celebre simbolo fiorentino ha avuto il suo bel da fare: in tanti hanno tentato il rito della monetina

Il Porcellino (Foto Germogli)

Firenze, 1 gennaio 2016 - Strofinare il naso e lasciar cadere dalla sua bocca una monetina. In tanti si sono affidati a questa rodata combinazione di gesti propiziatori per augurarsi buona fortuna nell'anno appena iniziato. Il protagonista del rito, i fiorentini lo sanno, non può che essere il Porcellino. Che è un cinghiale, dirà qualcuno.

Sì, le sembianze non son quelle di un maialino, è evidente, però a Firenze la fontana del Tacca al lato della loggia del Mercato Nuovo è "Il Porcellino". Fontana del cinghiale, perderebbe anche di poesia. E invece il portafortuna di Firenze di poesia ne ha da vendere, perché custodisce una magia. Ed è proprio tenendo fede alla credenza che una monetina ci si prova sempre a farla cadere nella grata sottostante l'opera in bronzo. Dal canestro dipende la buona fortuna.

Narra la leggenda: se la monetina fa tanto di insinuarsi e cadere tra i minuscoli pertugi dove sgocciola l'acqua proprio sotto la bocca del porcellino (e non è impresa da tutti!) il desiderio espresso si avvererà. Della serie "ufficio complicazioni affari semplici": tirare un soldino all'indietro in una vasca grande come quella della Fortezza ci pareva troppo facile. Tant'è.

Si fa per ridere, il Porcellino ce l'abbiamo solo noi, è un simbolo di appartenenza per i fiorentini, e i turisti lo sanno e come ogni anno, anche e soprattutto ieri, per pungolare un po' la dea bendata in tanti hanno tentato la fortuna, con selfie annesso al rito propiziatorio.

Che il rito vada o no a buon fine la foto con la star è d'obbligo, e a volte c'è anche da mettersi in fila.