Firenze, 19 giugno 2023 – Ex aequo al premio letterario "Racconta la tua Sant'Ambrogio" indetto da La Nazione nell'ambito di "Sale - Sant'Ambrogio in festival" promosso da Teatro del Sale – Cibreo è Umberto Mottola con ‘La signora Rosina’. Ecco il suo racconto. “Arrivai a Firenze nel maggio del 1990 e trovai una camera ammobiliata in affitto in via dei Pilastri. Avevo finalmente un lavoro a tempo indeterminato. Il signor Baldi, sempre taciturno, aveva un ampio appartamento di cinque stanze con due bagni, una la teneva per sè e uno dei bagni lo poteva usare solo lui, le altre quattro le affittava con uso dell'altro bagno e della cucina. Ci stetti ben cinque anni. Nell'appartamento del signor Baldi ho conosciuto tante persone e con Daniele Arbusti siamo ancora amici e ogni tanto ci vediamo nel centro di Firenze per prenderci qualcosa in un bar. Nell'azienda dove lavoravo facevo una settimana il turno di mattina e una settimana il turno di pomeriggio, ma erano consentiti i cambi se ci si metteva d'accordo tra noi dipendenti. In piazza Sant'Ambrogio c'era una bancarella con libri usati di una vecchietta che si chiamava Rosina. Leggevo molto, soprattutto racconti e romanzi, e da Rosina ho comprato tanti libri a buon prezzo. A volte ne compravo uno e lei mi diceva di prenderne pure un altro in regalo. Daniele mi rimproverava bonariamente: Quando andrai via ti ci vorrà un tir per portarti tutti i libri! Mi piaceva molto anche scrivere e comprai una Casiowriter elettronica che non faceva tanto rumore come le classiche Olivetti con i tasti. A casa dei miei, in Sicilia, avevo una Olivetti lettera 35 color nocciola. Avevo raccontato alla Rosina che mi piaceva scrivere romanzi brevi e racconti ma che le case editrici non li ritenevano adatti alla pubblicazione. Lei mi disse che se davvero volevo scrivere dovevo soffrire molto. Dopo circa cinque anni io e Daniele lasciammo l'appartamento del signor Baldi quasi contemporaneamente. Sia io che lui facemmo un mutuo e comprammo una casa, io a Pistoia, lui a Prato. Daniele, nei locali dove andava a ballare, aveva conosciuto una donna e si era sposato. Fu proprio lui con la sua auto che mi aiutò a portare i pacchi di libri che avevo accumulato nella camera di via dei Pilastri nella nuova casa di Pistoia. Io non guido. Prima di trasferirmi regalai una scatola di cioccolatini alla signora Rosina. Ne fu contenta. Mi donò un volume di racconti di Moravia e mi disse che di lì a qualche mese avrebbe venduto la bancarella perché avrebbe preso la pensione sociale e sarebbe andata a vivere con una delle due figlie”.
Firenze"Racconta la tua Sant'Ambrogio", il racconto di Umberto Mottola