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RSA: problemi e prospettive in una città che invecchia
Firenze, 25 febbraio 2025 – È iniziato il forum organizzato da La Nazione sul difficile mondo delle residenze per anziani, che ha l’obiettivo di porre l'accento su quelle che sono le criticità e le prospettive di un sistema complesso e delicato, quale la gestione di persone con particolari necessità socio sanitarie. Lunghe liste d’attesa, costi elevati che gravano sulle finanze delle famiglie, contributi regionali e comunali spesso rallentati dalla burocrazia, mancanza di personale nelle strutture, sono solo i punti di partenza del dibattito che vede al tavolo le varie realtà, istituzionali e associative, del settore. Con domande mirate si proverà a sciogliere questi e altri nodi emersi. A moderare l’incontro, Erika Pontini, a capo della redazione fiorentina, e i giornalisti de La Nazione. Chiara Tozzi Spi Cgil: "Siamo in una fase in cui l'invecchiamento della popolazione è irreversibile. Nel tempo sempre più malattie croniche e nuove bisogni. Proprio cronicità e delle aggravamento malattia sono alla base dell'aumento domande per le rsa. Parliamo di un incremento di circa il 20-30%. Noi, come sindacato pensionati, sono anni che ci battiamo per una legge sulla non autosufficienza. Fino a due anni fa eravamo l'unico paese occidentale a non averla. Ora è arrivata, ma c’è solo decreto attuativo. Mentre, su tutto il tema della residenzialità, il sistema regionale toscano, che apprezziamo, soffre di mancanza di risorse. Asse portante dell’anziano fragile sono le famiglie. Servizi domiciliari o residenziali sono insufficienti. Le persone hanno diritto ad entrare in rsa con quota sanitaria, ma questa soffre di una lista d’attesa su tutto il territorio fiorentino. Spesso le famiglie entrano quindi in rsa in attesa della quota sanitaria. Ma nel frattempo pagano”.
Emilio Sbarzagli Cisl: “Oggi l’aspettativa di vita è aumentata, ci sono più anziani. In questo sistema si insinuano grandi gruppi, multinazionali, che hanno visto un business. E chi fa business deve abbattere i costi. Come? Sui costi del lavoro. Noi vediamo grandi gruppi esteri che scelgono contratti più bassi non firmati da Cgil, Cisl, Uil per fare dumping contrattuale. Poi si abbatte la qualità dei servizi, quindi risparmiando su cibo, fornitori. Al contrario si innalzano le quote sociali e le rette delle rsa. Nello specifico la quota alimentare va dai 10 ai 14 euro. Alcuni gruppi internazionali scendono a 4. In alcune RSA abbiamo visto allungare il latte con l’acqua”.
Beatrice Stanzani Uil: "Nel settore si applicano più contratti nazionali. A una parte di lavoratori iscritti a Uil-Fpl c'è il contratto Anaste, che noi riteniamo essere un contratto pirata. Nelle strutture per anziani manca un controllo effettivo anche da parte della commissione di vigilanza Asl. I lavoratori ci dicono che sanno già quando si presenteranno per le ispezioni. Siamo soddisfatti invece del rinnovo dei contratti cooperative sociali, con un aumento per livello medio di 145euro, del 13%. Anche il contratto Uneba si è rinnovato, e di questo non possiamo che essere contenti”.
Andrea Blandi Uneba Toscana: La quota sociale non è che le strutture se le inventano. Ma ci sono regole di sistema: quali standard strutturali e gestionali definiti dalla normativa e sulla base di questi sono definiti i costi del personale nel suo insieme. La quota sociale viene determinata autonomamente dal gestore e le differenze sono date prevalentemente dal costo dell’immobile. La Regione nel 2016 ha messo un tetto alla quota sociale a 53,5 euro e non l’ha mossa. Ma nel frattempo i costi sono aumentarti. La differenza, per decisione della Regione, resta a carico delle famiglie. La quota sanitaria è aumentata a 59,10 euro”.
Massimo Mattei, Acgi: "Non si può prescindere da tema dei costi. Con il Covid sono saliti alle stelle, con mascherine comprate a prezzi folli. Si è detto che le residenze sanno in anticipo delle ispezioni, non è così. Non lo sappiamo e quando arrivano ti bloccano per giorni e giorni struttura”.
Nicola Paulesu, assessore comunale al welfare: "Si tratta di trovare un equilibrio tra qualità del servizio, del lavoro e giusto compenso. Le residenze sanitarie sono una delle risposte alla non autosufficienza, ma non l’unica. Se guardiamo alla popolazione anziana in generale dobbiamo pensare anche a strumenti utili a rimandare il momento dell’ingresso in struttura. La spesa che il Comune mette a disposizione per la quota sociale è di 9 milioni e 200 mila euro all’anno. La popolazione che entra in lista d’attesa corrisponde a un criterio ampio e complesso, non solo sulla base dell’Isee ma anche delle condizioni sanitarie, ambientali”.
Serena Spinelli, assessora regionale alle Politiche sociali: “Dal 2026 abbiamo previsto ulteriori risorse per poter riconoscere anche i rinnovi contrattuali. Modificheremo alcuni parametri previsti in una delibera. Già stanziato risorse dal 2026 per riconoscere anche una parte del rinnovo del contratto. 12milioni euro invece per incremento servizi in tariffa.
Per modificare la quota sociale va ritrovato un accordo dentro società della salute. La quota sociale deve essere pubblica sui nostri portali e si può alzare solo con accordo territoriale. Abbiamo bisogno di + posti letto in toscana. La Toscana ha una disomogeneità territoriale in termini di posto letto. Firenze non ha i parametri più alti”.
(notizia in aggiornamento)