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Il 15 febbraio si celebra San Faustino, la festa dei single (foto Ansa)
Firenze, 15 febbraio 2025 - Sempre più persone diventano single e sempre più persone lo restano a vita e i neo-single, anche quando vivono una relazione, resistono alla tentazione di convivenza perché da soli stanno bene.
Rimanere soli in casa infatti è correlato a nuovi elementi positivi che rendono un eventuale cambiamento ancora più difficile. E così aumentano i refrattari alla convivenza e in futuro potrebbero aumentare ancora: un nuovo report commissionato da Morgan Stanley, ribattezzato ‘SheEconomy’ attesta infatti che entro il 2030 il 45 per cento di tutte le donne del mondo sarà ‘felicemente’ single (di ritorno o no) e anche senza figli (con un incremento del 41% rispetto al 2018). E’ la “fotografia” che scattiamo in questo 15 febbraio, giorno di San Faustino, tradizionalmente dedicato ai single.
Di ritorno dopo divorzi o no si sta bene da soli, con una rete di amicizia e se c’è una solidità economica. In caso contrario, essere single ha i suoi lati negativi. Ad esempio comprare casa a Firenze è sempre più difficile, soprattutto per chi vive da solo. ‘Singletudine’ a Firenze: da soli e…senza casa Nel 2024, nel capoluogo toscano solo il 35,2% delle compravendite è stato effettuato da single, in calo rispetto al 40,5% dell’anno precedente. A dirlo sono i dati del Gruppo Tecnocasa, che evidenziano come le persone sole siano una delle categorie più penalizzate da un mercato immobiliare caratterizzato da prezzi tra i più alti d’Italia e da difficoltà nell’accesso al credito. Tommaso Birignani, consulente della rete Tecnocasa Toscana, analizza la situazione: "I single, essendo mono-reddito, incontrano maggiori difficoltà di accesso al credito rispetto alle famiglie con più entrate. I prezzi degli immobili a Firenze sono spesso inaccessibili per chi vive da solo". Infatti, oltre la metà dei single (55,3%) deve ricorrere a un mutuo per acquistare una casa, mentre solo il 44,7% riesce a comprare senza finanziamento. Con uno stipendio medio di 1.600 euro al mese, un single può destinare circa 480 euro mensili al pagamento del mutuo, secondo le regole bancarie. Questo si traduce in un budget massimo di circa 150.000 euro per l’acquisto di un immobile. Tuttavia, l’offerta in questa fascia di prezzo a Firenze è limitatissima. Una ricerca su Immobiliare.it evidenzia che gli appartamenti sotto i 150.000 euro sono pochi, in tutto il Comune 55, e spesso si trovano in zone periferiche o hanno destinazioni d’uso diverse dall’abitativo, come magazzini o uffici, o addirittura sono annunci datati e quindi relativi a immobili non più sul mercato. Vita da single: quanto costa (in più) La popolazione diminuisce, i single aumentano (e la popolazione diminuisce ancora). Il calo delle coppie è un fenomeno globale, ma diventa un fardello in Paesi come l’Italia che già stanno attraversando una pericolosa crisi demografica. I numeri dell’ultima indagine Moneyfarm sono impietosi. In Italia, chi vive da solo spende in media 564 euro in più al mese, che diventano 240 mila euro in 25 anni. L’immagine del cane che si morde la coda è quanto mai azzeccata: i salari sono bassi, si lavora più ore per aumentare le entrate, diminuisce lo spazio per gli affetti, diminuiscono le coppie, diminuiscono i figli, diminuiscono i lavoratori giovani, diminuisce la produttività del Paese…i salari restano bassi. Il tutto mentre il costo della vita aumenta e fare un figlio costa sempre anche se le entrate son sempre le stesse. Perché in Italia ci sono tanti single? Il cane non si morde la coda sempre allo stesso modo. Molti restano single non perché hanno poco tempo al di fuori del lavoro, ma per scelta o perché assorbiti da una cultura sempre più individualista e virtuale, che viene accentuata dai social media: sempre più persone fatto fatica a trovare e mantenere una relazione stabile. In questo contesto ha un ruolo anche il boom di siti e app di incontri, che fanno sembrare più facile trovare un partner potenziale, ma favoriscono una cultura del “dating” superficiale. Inoltre, vivere da soli non è più visto come un segno di fallimento sociale, ma come una scelta che può portare altrettanta soddisfazione quanto le tradizionali unioni familiari. Intanto, in un solo anno l’Italia ha ‘guadagnato’ mezzo milione di single (voce che include anche separati, divorziati e vedovi che non si sono mai risposati): dagli 8,36 milioni del 2022 agli 8,85 milioni del 2023, ovvero il 15% della popolazione. Le ricadute economiche sono enormi. Quanto costa essere single in Italia? Secondo l’analisi di Moneyfarm, vivere da soli in Italia comporta una spesa media mensile di 564 euro in più rispetto a chi condivide le spese con un partner. A conti fatti, chi vive da solo spende in media ogni mese 1.972 euro nel 2023, con un minimo di 1.825 euro per gli over 65 e un massimo di 2.156 euro per chi è in età da lavoro, tra i 35 e i 64 anni. Una coppia invece affronta costi mensili pari a 2.816 euro, quindi, nell’ipotesi di suddivisione equa delle spese tra i due partner, 1.408 euro a testa. Questa differenza è attribuibile principalmente ai costi fissi che i single non possono dividere con altri. Ad esempio, le spese per l’abitazione, che includono affitto o mutuo, utenze e spese condominiali, ammontano in media a 949 euro al mese per una persona sola, mentre per una coppia la spesa pro capite è di 587 euro, con una differenza di 362 euro. Anche le spese alimentari incidono sul bilancio dei single perché, in proporzione, le porzioni piccole costano di più di quelle grandi e del tanto amato ‘formato famiglia’. Un single spende 337 euro al mese per cibo e bevande, mentre ciascun membro di una coppia spende circa 266 euro, con una differenza di 71 euro che diventano 852 euro in un anno e a 8.520 euro in dieci anni (senza considerare l’inflazione). Le spese per il tempo libero e i viaggi seguono una tendenza simile: un single spende mediamente 100 euro al mese per ristoranti e hotel, rispetto ai 71 euro pro capite di una coppia, registrando una differenza di 29 euro, pari al 41% della spesa. Non finisce qui. Anche le spese per i veicoli sono più elevate, poiché non è possibile condividere i costi di carburante o di manutenzione. Anche se più raramente, l’intrattenimento e le attività ricreative possono risultare più onerose, perché alcune offerte sono pensate per le famiglie. Infine, dal punto di vista fiscale, in Italia non esistono agevolazioni per le persone single, mentre lo Stato, soprattutto negli ultimi anni con l’obiettivo (finora non raggiunto) di arrestare la denatalità, riconosce deduzioni e detrazioni per il coniuge o per i figli a carico. Quanti sono i single in Italia In base agli ultimi dati Istat, tra il 2022 e il 2023 i single sono passati da 8.364.000 a 8.846.000. Ad oggi single, separati e vedovi che non si sono mai risposati rappresentano il 15% della popolazione italiana. In particolare, quasi la metà delle persone che vivono da sole (47%) ha più di 65 anni, il 32% ha un’età compresa tra i 45 e i 64 anni, mentre il restante 21% ha meno di 45 anni. Le ragioni di questo aumento sono molteplici: l’allungamento dell’aspettativa di vita ha portato a un incremento del numero di vedovi e vedove, che costituiscono circa il 35% delle persone sole; inoltre, cresce il numero di separati e divorziati che non si risposano, una categoria che comprende oltre 2 milioni di persone, in aumento rispetto agli anni precedenti. Tra gli over 65 sono di più le donne sole, complice la maggiore longevità femminile e la premorienza del partner. Gli uomini single sono il doppio delle donne C’è infine un altro aspetto, più sociologico, da evidenziare: tra gli under 45 gli uomini single sono il doppio delle donne (12% contro 6%). Impossibile dire con certezza quale sia il motivo, di certo questa tendenza serpeggia da tempo nel cuore della nostra società (i Pooh componevano “Uomini soli” nel lontano 1990). Maurizio Costanzo