MAURIZIO COSTANZO
Firenze

Sette anni fa la tragedia di Davide Astori: un ricordo che non svanisce

Il capitano viola morì a soli 31 anni: la notizia ha sconvolto il mondo del calcio e unito tifosi e giocatori di tutta Italia

Davide Astori (foto Ansa)

Davide Astori (foto Ansa)

Firenze, 4 marzo 2025 - Oggi, 4 marzo, ricorre il settimo anniversario della morte di Davide Astori, l'ex capitano della Fiorentina scomparso tragicamente nella notte tra il 3 e il 4 marzo 2018, prima della partita Udinese-Fiorentina. Un calciatore amato non solo per le sue doti tecniche, ma anche per la sua grande umanità, che lo ha reso una figura rispettata da tutti nel mondo del calcio. Astori, trovato senza vita nella sua stanza d’albergo a Udine, è stato vittima di un'aritmia ventricolare maligna, causata da una grave patologia cardiaca che non era mai stata diagnosticata. La notizia della sua morte ha sconvolto il mondo del calcio, in particolare la Fiorentina e i suoi tifosi, che da quel momento hanno dovuto fare i conti con una dolorosa perdita. La tragedia, infatti, ha colpito non solo la squadra viola, ma l’intero universo calcistico. Non c’era un colore di maglia dietro alla sua figura, ma un sentimento di affetto e rispetto che ha unito tutti, dai tifosi agli stessi calciatori rivali.

La mattina del 4 marzo 2018, quando la squadra non vide Astori presentarsi a colazione, un ritardo inusuale per lui, si decise di entrare nella sua stanza. Purtroppo, la tragedia si era già consumata. Il capitano della Fiorentina, a soli 31 anni, aveva perso la vita a causa di un’improvvisa fibrillazione ventricolare. La notizia ha sconvolto la sua famiglia, legata alla compagna Francesca Fioretti e alla figlia Vittoria, che aveva appena compiuto due anni. Il dolore della perdita ha toccato in maniera profonda anche i compagni di squadra e l'allenatore Stefano Pioli. In segno di rispetto, l’intero campionato di Serie A fu sospeso, e centinaia di persone si trasferirono a Firenze per partecipare ai funerali. In quella giornata, la storica rivalità tra Fiorentina e Juventus fu messa da parte, con i giocatori bianconeri che vennero applauditi dalla folla all’uscita dalla chiesa. Quello di Astori è un ricordo che non si spegne.

Nato nel 1987 a San Giovanni Bianco, in provincia di Bergamo, era diventato una colonna della difesa, apprezzato per la sua affidabilità e per il suo spirito di squadra. Dopo aver iniziato la sua carriera in Serie A con il Cagliari, dove giocò per sei stagioni, Astori passò alla Roma e, nel 2015, trovò la sua definitiva consacrazione con la maglia della Fiorentina. Qui divenne capitano e simbolo di una squadra che, dopo la sua morte, ritirò in suo onore la maglia numero 13. La carriera internazionale di Astori si arricchì anche di esperienze con la Nazionale: 14 presenze e un gol, segnato contro l'Uruguay nella finale per il terzo posto della Confederations Cup del 2013 in Brasile. Una carriera segnata da impegno, serietà e umiltà, che lo ha reso una figura indimenticabile non solo per i tifosi della Fiorentina, ma per l’intero calcio italiano. A sette anni dalla sua morte, il ricordo di Davide Astori è ancora vivo nei cuori dei tifosi, dei compagni di squadra e di tutti coloro che lo hanno conosciuto come uomo e come calciatore. Il suo esempio di professionalità, ma soprattutto di umanità, continua a lasciare un vuoto che non potrà mai essere colmato. Maurizio Costanzo