MAURIZIO COSTANZO
Firenze

29 ottobre, quando Siena si munì dei primi vigili del fuoco pagandoli col sale

Venne creato un registro di muratori, mulattieri, facchini, legnaioli e asinai. Venivano scelti 30 tra loro: i Gonfalonieri annotavano i più coraggiosi, mentre i disertori pagavano multe salate

Siena (foto Ansa)

Siena (foto Ansa)

Firenze, 29 ottobre 2024 – Quando si pensa ai Vigili del fuoco viene subito in mente il personale specializzato dei nostri giorni, che affronta le situazioni d’emergenza con gli strumenti e la preparazione necessaria. Ma un tempo non era così. A Siena ad esempio i ‘vigili del fuoco’ non esistevano, almeno fino al 29 ottobre del 1598, quando il Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici approvò il decreto di Balìa, che era stato emanato due anni prima, nel 1596. Solo grazie a questo provvedimento venne istituito a Siena quella che può essere definita la prima organizzazione vera e propria del Corpo dei Vigili del Fuoco.

Una decisione su cui certamente pesarono le conseguenze e i danni ingenti prodotti dal vasto incendio che si era sviluppato nell’ospedale di Santa Maria della Scala. Ma cosa stabiliva esattamente questo decreto? E come dovevano essere scelti questi primi pompieri? Venne deciso che ogni anno, a gennaio, i Quattro di Biccherna e i Gonfalonieri dovevano far redigere dal Cancelliere un registro con tutti i nomi di muratori, mulattieri, facchini, legnaioli, e asinai che c’erano in città. Tra loro, per ogni terzo cittadino, venivano scelti dieci addetti, tra cui cinque fra legnaioli e muratori.

I trenta eletti che venivano eletti complessivamente il primo di febbraio, erano chiamati a prestare giuramento e a impegnarsi nell’accorrere in caso di incendio: se non lo facevano, dovevano pagare una multa di 50 lire. In caso di incendio dovevano accorrere anche i Gonfalonieri, per dirigere le operazioni. E anche loro, se si rifiutavano di andare, dovevano pagare una multa, ma di 21 lire. I Gonfalonieri avevano anche un altro compito, quello di annotare chi, nelle operazioni di soccorso, si mostrava più coraggioso o si dava più da fare.

Proprio per essere sempre raggiungibili, in un’epoca in cui non esistevano telefoni e internet, i Gonfalonieri dovevano accendere davanti alle loro case dei lanternini per tutta la notte, così da essere subito rintracciabili. In cambio il Comune gli dava sei staia d’olio. Un’altra curiosità sta nel ‘salario’ dei primi vigili del fuoco senesi, scelti tra muratori e i legnaioli: oltre ai regali che ricevevano da quelli che venivano soccorsi e salvati negli incendi, venne stabilito che l’Ufficio del Sale dovesse concedergli ogni quattro mesi un quarto di sale per ciascuno di loro.

Maurizio Costanzo