LUCA BOLDRINI
Firenze

Oscar 2022, Massimo Cantini Parrini ci riprova: candidato per Cyrano

Il costumista di Firenze, pluripremiato, di nuovo in corsa per il riconoscimento più ambito del cinema

Massimo Cantini Parrini con il David di Donatello (foto Attalmi)

Massimo Cantini Parrini con il David di Donatello (foto Attalmi)

Firenze, 8 febbraio 2022 - Il suo palmarès è già ricco, anche se l'Oscar sarebbe la ciliegina, il riconoscimento a una carriera che è già straordinaria. Massimo Cantini Parrini, costumista e storico del costume, è di nuovo in corsa (con Cyrano) per il premio più ambito del cinema mondiale, lui che dell'Academy è anche membro votante da due anni. Se la dovrà vedere con una concorrenza difficile: Cruella, Dune, La fiera delle illusioni – Nightmare Alley e West Side Story.

Un cammino che va raccontato perché esempio di scalata al successo sulla base non della fortuna, ma delle capacità e dello studio. Cantini Parrini, fiorentino, diplomato all'istituto d'arte di Porta Romana, laureato in Cultura e Stilismo della moda all’Università di Firenze, è stato allievo dei migliori, nel solco della lunga tradizione del costume italiano: il grandissimo Piero Tosi, quasi vicino di casa (Tosi di Sesto Fiorentino, Cantini Parrini di Castello) e l'altra leggenda, Gabriella Pescucci.

La sua filmografia è lunga, dovendo selezionare non si possono non citare le pellicole realizzate nel felice sodalizio artistico con Matteo Garrone, fautore di un immaginario visivamente travolgente al quale Cantini Parrini ha sempre contribuito con le sue scelte: da Il racconto dei racconti a Dogman fino a Pinocchio, super premiato. Altra intesa vincente è quella con un mondo del tutto diverso, a testimonianza della versatilità dell'artista, quello dei fratelli D'Innocenzo coi quali Cantini Parrini ha lavorato per La terra dell'abbastanza, la sorpresa Favolacce e il recente America Latina. E poi le firme più autorevoli del cinema italiano: Virzì, Luchetti, Torre, Scola, Martinelli. E anche Edoardo De Angelis è un altro autore con il quale ha lavorato spesso.

Una lunga serie di successi che hanno portato a una altrettanto lunga serie di riconoscimenti. A partire dalla candidatura agli Oscar per Pinocchio, bissata con questo Cyrano che gli è valso anche la candidatura ai Bafta, le vittorie all'European Film Awards con Dogman. E Cantini Parrini è anche l'uomo dei numeri "particolari": due candidature a fila per gli Oscar, due Nastri d'argento vinti in contemporanea (nel 2020 per Favolacce e Pinocchio a fare compagnia ai due già conquistati per Il racconto dei racconti e Indivisibili), tre Ciak d'Oro, ma è ai David di Donatello che Cantini parrini viene incensato: ne ha vinti cinque in sei anni e non c'è motivo di pensare che la serie non sia destinata ad allungarsi: nel 2016 con Garrone e il suo Racconto, l'anno dopo con Indivisibili, nel 2018 con Riccardo va all'inferno, una parentesi nel 2019 (era candidato per Dogman, col quale vinse in europa ma non in Italia) e poi una nuova doppietta con Pinocchio e Miss Marx.

In un'intervista a La Nazione disse: "Io lavoro di sottrazione, tolgo e non aggiungo", spiegando che i suoi principi si potevano riassumere così: "Semplicità, verità e sbaglio", riferendosi per quest'ultima caratteristica al vezzo di inserire qualcosa di sbagliato per dare più verità all'insieme.