ALESSANDRO LATINI
ALESSANDRO LATINI
Sport

Alla scoperta dei "Prasini». Onore, storia e tradizione. Occhio all’effetto trifoglio. Ma è un Pana alla portata

Dal simbolo allo stadio, ai giocatori dei "Verdi". Ecco che cosa c’è da temere

Lottare oltre i pronostici: questo il senso del post. sul profilo Instagram del Pana

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Storia e tradizione sulla strada europea della Fiorentina. L’antico Panathinaikos (anno di fondazione 1908) è club da rispettare e prendere con le molle in un doppio confronto che si annuncia sicuramente equilibrato. Intendiamoci, sulla carta non c’è storia (la rosa viola vale quasi il triplo di quella dei Prasini, "i Verdi" in greco), ma la competizione ha già insegnato alla squadra di Palladino che in Europa non c’è niente di scontato. Anche perché nel match di andata di domani sera Kean e compagni dovranno vedersela pure con i 50.000 dello Spyros Louis (più o meno 250 i tifosi viola). Cattedrale enorme lo Stadio Olimpico di Atene. L’effetto catino non c’è e i tifosi del ‘Pana’ non sono caldi come i loro colleghi di altri club ellenici. Ma la Fiorentina dovrà essere brava a gestire comunque un ambiente ostile.

Panathinaikos con in bacheca 20 Scudetti e 20 Coppe di Grecia, leggenda narra che la prima maglia fosse bianca e rossa propria come quella della Fiorentina (e dei rivali dell’OlympiaKos...) e che il trifoglio come simbolo fu scelto in onore dell’atleta canadese Billy Sherring, che vinse la maratona alle Olimpiadi di Atene del 1906 con un trifoglio sulla maglietta. Oggi a livello tecnico il Panathinaikos è una squadra modesta, che ad ottobre ha cambiato allenatore, con il portoghese Rui Vitoria subentrato a Diego Alonso. Stelle non ce ne sono, ex Serie A in cerca di rilancio diversi.

L’ex viola Dragowski si è ritagliato un ruolo da leader e titolare. C’è Jevdaj, passato dalla Roma ma infortunato. A centrocampo il talento di Djuricic e in attacco l’ex Verona Swiderski. Occhio al marocchino Ounhai, a capitan Ioannidis e al talentuoso brasiliano Tete, grande amico di Dodo. I due sono partiti dal Brasile e si sono ritrovati in quello Shakhtar di qualche anno fa pieno di talenti brasiliani. Ritrovarsi, per loro, sarà già una festa.

Alessandro Latini

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