Un processo lento e dall’esito incerto. È il percorso di graduale re-inserimento che da qualche giorno sta portando avanti Sofyan Amrabat, che ieri si è allenato al mattino (a parte) al Viola Park per poi rompere il ghiaccio e svolgere, se pur in modo parziale, la prima seduta assieme ai nuovi-vecchi compagni nel corso del pomeriggio. Nulla di anomalo: lo stesso iter è stato seguito anche da Martinez Quarta, uno che nella Fiorentina che sta nascendo avrà un ruolo da protagonista. Eppure se per il "Chino" è scontato che fin dai prossimi giorni avverrà il totale rientro in gruppo, per il marocchino il dubbio resta sospeso nel vuoto. La società, al momento, non esclude che l’ex United potrà riprendere a lavorare in via definitiva con il resto della rosa ma per adesso la data del ricongiungimento è incerta.
Quello che pare chiaro è che Amrabat era e, almeno in questa fase, resterà un corpo quasi estraneo alla Viola di Palladino, che al di là dei convenevoli telefonici quando si è insediato in panchina non ha parlato con il centrocampista di futuro, non prospettandogli certo - di conseguenza - un ruolo chiave nella sua squadra. Il mediano rischia così di essere escluso dalle amichevoli con Montpellier e Grosseto e tutto lascia pensare che avverrà altrettanto anche per il test del 10 agosto a Friburgo. La strada che riguarda "Sofy" sembra tracciata: il classe ’96 è un assegno circolare con gli scarpini ai piedi, un tesoretto di circa 20 milioni che l’area tecnica spera di incassare nel giro dei prossimi giorni. Che sia in Turchia la nuova destinazione di Amrabat (sul calciatore si è da tempo mosso il Fenerbahce, che nelle ultime ore però con la sua offerta da "soli" 10 milioni non pare aver convinto il club di Commisso) oppure in Premier, il campionato dove il centrocampista sogna di restare dopo la parentesi poco propizia a Old Trafford.
Andrea Giannattasio
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