Firenze, 19 novembre 2019 - «Mi ha chiamato dalla Svezia il presidente della Federazione per farmi gli auguri e mi ha detto che in tanti chiedono mie notizie: sa, da quelle parti sono ancora popolare». Kurt Hamrin, 85 anni oggi 19 novembre, è certo popolare nel suo Paese, ma la città che l’ha accolto e dove è sempre un mito è Firenze. Con 208 reti su 362 gare ufficiali disputate (tra campionato e coppe) Hamrin è il miglior marcatore della storia della Fiorentina e fino all’avvento di Batistuta era anche il miglior goleador viola in Serie A. Proprio Batigol con i suoi 152 gol lo ha superato di una rete.
Atleta straordinario, capace di vestire la maglia della sua nazionale nell’hockey su ghiaccio e nel calcio (diventando vicecampione del mondo nel 1958) da ragazzino ha un modello di classe come l’inglese Stanley Matthews. Hamrin scrive pagine memorabili in maglia viola, vincendo la Coppa delle Coppe, due Coppe Italia e sfiorando lo scudetto.
Al suo arrivo a Firenze, nel 1958, sostituisce come ala destra il grande Julinho, il campione brasiliano protagonista del primo scudetto viola. «Non è stata un’eredità pesante –ricorda Hamrin– perché ero diverso da Julinho, lui segnava poco mentre io la buttavo dentro più spesso». Tra le tante reti in viola (memorabile, tra le altre, la vittoria per 7-1 a Bergamo contro l’Atalanta con 5 gol del bomber svedese), Hamrin non ha dubbi: «Quella segnata alla Juventus (il 27 marzo 1960, ndr): Montuori mi ha dato la palla, ho saltato un difensore e ho calciato al volo».
Grazie al genio di Beppe Pegolotti, grande giornalista della «Nazione», Hamrin diventa per tutti "Uccellino": «Scrisse che il mio modo di correre ricordava quello di un uccellino che vola». Il calcio di oggi non gli piace («troppo fisico, spinte, botte»), sulla Fiorentina dice che «il presidente Commisso ha fatto acquisti importanti» e non manca un consiglio a Federico Chiesa: «Lo vedo troppo nervoso, gli consiglio di tornare più calmo». E se gli chiediamo quale giocatore potrebbe accostarsi a lui, Hamrin cita l’ala del Torino Gigi Meroni, scomparso a soli 24 anni nel 1967. In fondo l’Uccellino viola e la "Farfalla granata" sono stati protagonisti di un calcio poetico e romantico che faceva sognare. © RIPRODUZIONE RISERVATA