Firenze, 1 settembre 2017 - Fra un gol e l’altro, magari potrà capitare di trovarlo dalle parti di MasterChef. Per il primo concerto, rock o pop che sia, bisognerà invece aspettare ancora un po’. L’orecchio c’è, la chitarra pure, ma lì – a differenza di quanto può accadere davanti ai fornelli – Giovanni Simeone deve impegnarsi di più. Studiare, applicarsi, allenarsi. Già, allenarsi. Ma non eravamo qui per parlare di calcio? Il Cholito sorride e scatta subito in avanti. «Ed essere arrivato a giocare a calcio a Firenze è davvero il massimo. Sono stato bene al Genoa, ma volevo crescere, volevo fare un salto più in alto e la Fiorentina è stata la scelta giusta. La migliore».
Cominciamo. Quando ha detto sì alla maglia viola?
«Subito. Non appena il Genoa mi ha fatto sapere che sarei potuto andarmene e che mi aveva richiesto la squadra di Firenze».
Primo contatto su per giù nella seconda metà del scorso mese di maggio, giusto?
«Esatto».
Ricostruiamo l’episodio: la chiamata da Firenze, il via libera del Genoa e una telefonata a papà Diego...
«Che appena gli ho detto della Fiorentina è stato contentissimo. Il suo parere? Grande club, squadra ambiziosa e piazza intrigante».
Giovanni, ora che Simeone senior avrà visto le prime due partite di campionato dei viola la pensa ancora così?
«Certo, perchè no?».
Dopo due ko...
«La Fiorentina è una squadra giovane e ha bisogno di tempo prima di iniziare a correre. Mio padre ha visto le nostre partite e dice che i miei compagni sono ottimi elementi. Gli piace moltissimo Esseryc, mentre Chiesa... beh, lo considera un fenomeno».
A proposito di Chiesa: sa che siete la coppia di giovani più attesa del campionato?
«E’ bello sapere che c’è curiosità e interesse attorno a me e a Federico. Siamo giovani e quindi abbiamo molto da lavorare e da dimostrare per confermare i complimenti che ci fate, che ci fa la gente. Ma sono sicuro che insieme otterremo grandi risultati e grandi soddisfazioni».
Insomma chi vi ha voluto mettere insieme ha visto giusto?
«Con Federico ho avuto subito un’ottima intesa in campo, in allenamento e anche fuori...».
Cioè?
«Le sfide alla play station... sono già un classico».
Non chiedo chi vince...
«Meglio». (segue risata, che non aiuta a capire chi è il più forte fra i due, ndr).
Già trovata casa a Firenze?
«Certo, mi piace molto avere subito un posto mio. Organizzarmi la vita, curare le mie cose... Era stato così anche a Genova. Abito al Campo di Marte, così sono vicino al centro sportivo».
Va a finire che il giovane Simeone oltre che un bravo attaccante è anche un ottimo casalingo...
«Cioè... casalingo?».
Sì, uno che magari ama cucinare, mettersi a posto l’armadio.
«Certo. E’ vero... mi piace molto cucinare. Non sono esperto, ma mi impegno faccio sempre qualcosa di semplice, ma preparare un buon primo o qualcosa di goloso mi piace».
Il piatto che offrirebbe volentieri al suo ospite?
«Ok... allora. Salmone con salsa di cipolla e funghi».
E la salsa è opera sua, non un precotto del supermercato?
«No, no. La faccio io, ovvio».
Chef per hobby, dunque. Altro?
«Mi piace suonare la chitarra e amo molto l’arte».
E adesso scopriamo che il Cholito è anche un chitarrista rock?
Ma no... (altra risata, ndr). La chitarra è una mia passione, ma ancora sono agli... inizi. La ’sento’, la provo, ma devo studiare molto. E lo faccio su internet».
E davvero è un appassionato di arte?
«Moltissimo. E il fatto di essere venuto a giocare a Firenze ha ancora più valore. Questa città è la terra dell’arte e non appena avrò un po’ di tempo voglio godermela tutta».
E’ un tipo da museo, dunque?
«Esatto, adoro i musei. Mi metto l’auricolare, mi fermo davanti a un quadro e ascolto. E’ come un viaggio in qualcosa di unico, affascinante. Tutto da scoprire».
Sa che adesso è quasi difficile tornare a parlare di calcio?
«Proviamoci, su».
E’ arrivato Thereau, attaccante: questo significa che dalla prossima partita sarà un po’ meno solo, lassù, in attacco.
«Significa che avremo a disposizione un bravo giocatore in più. Uno che farà gol. Poi, sul ’da solo o non da solo’ io la penso in un altro modo».
In che senso?
«Beh, al Genoa ho giocato praticamente sempre come unica punta. Senza un secondo attaccante accanto, salvo in qualche occasione, quando ero in coppia con Pinilla».
Quindi?
«Quindi non ha problemi ad adattarmi a qualsiasi soluzione, ma non mi piace sentir dire che quando sono l’unica punta mi sento isolato e mi è più difficile far gol».
A proposito, quando la prima rete in viola?
«Subito, alla prossima partita».
Un messaggio al Verona che vi aspetta fra due domeniche?
«Messaggio o no, io alla prossima partita farò gol».
Diamo un’occhiata ai suoi avversari bomber: chi è il più forte in Italia?
«Icardi senza dubbio. Mi piace tantissimo. E’ fortissimo. E lo ricordo fin dai giorni della nazionale under 20, prima ancora arrivasse alla Sampdoria. Secondo me è il più forte fra gli attaccanti ed è anche un bravissimo ragazzo».
Sangue argentino...come patente?
«Siamo forti in Argentina, ma accanto a Icardi indico anche un bomber italiano fra i top assoluti».
Ovvero?
«Pavoletti. Ho avuto modo di allenarmi con lui, di giocare con lui e vi assicuro che è potentissimo. E’ uno che può segnare tanto, è uno che non si fa controllare dai difensori».
Simeone, il suo obiettivo personale per questa prima stagione in viola?
«Sono ambizioso, uno che non si accontanta mai e che non appena raggiunge un traguardo pensa subito a quello successivo. Dunque, non mi piace sparare cifre a caso, ma sono sicuro di superare il mio risultato personale della passata stagione».
Traduzione: battere la quota 12 gol con cui ha chiuso l’avventura genoana?
«E’ questo l’obiettivo, se voglio rimanare fedele alla mia linea e dunque migliorarmi e alzare sempre l’asticella».