Il laboratorio di Palladino ha riaperto i battenti al Viola Park. Affrontare l’emergenza domani nel recupero contro l’Inter e poi ridisegnare la Fiorentina dopo il rivoluzionario mercato di gennaio. L’obiettivo del tecnico gigliato è proprio questo, al momento duplice. Domani ci sarà da fare di necessità virtù e la Fiorentina non sarà molto diversa da quella che ha vinto con Lazio e Genoa. Mancherà (non è poco) la fisicità di Folorunsho, la speranza è quella di avere in buona condizione sia Cataldi che Colpani, oltre ad Adli.
Primo atto con i nerazzurri a parte, è più interessante provare a capire come sarà la Fiorentina dalla sfida di ‘San Siro’ in avanti. Daniele Pradè ha aumentato la concorrenza e la qualità a centrocampo in maniera esponenziale. Al bando gli esterni (ceduti tutti, da Sottil a Kouame passando per Ikoné), la Fiorentina adesso è piena di centrocampisti e trequartisti. Qualità da fare nelle zone centrali del campo per assistere Kean, certo, ma anche per andare a concludere. Troppo poco - in termini di numeri - l’apporto in zona gol di chi se ne è andato. Per Palladino era un problema che si è provato a risolvere con la seconda rivoluzione consecutiva sul mercato.
L’arrivo di Nicolò Zaniolo alza la posta alle spalle del centravanti. Lì dove Gudmundsson sta aumentando i giri del motore e dove Beltran è prezioso per il lavoro senza palla. Niente toglie che quelle posizioni possano essere occupate anche da Folorunsho e Ndour. In mediana Fagioli si candida per fare il play e la mezzala, dietro Pablo Marí è la certezza per poter passare a tre in qualunque momento.
L’impressione è che il 4-3-2-1 possa essere una buona base di partenza per le caratteristiche della rosa. Ma non è da escludere a gara in corso il 4-4-1-1 già visto nei secondi tempi contro Lazio e Genoa. Un sistema di gioco che consente a Palladino di intasare le corsie laterali e di soffrire meno in determinate situazioni di gioco. Sistema però da correggere. In quei due spezzoni di gara la Fiorentina si è abbassata troppo. Occhio poi al sistema di gioco che a Monza ha dato più soddisfazioni al tecnico. Quel 3-4-2-1 che a inizio stagione non è stato applicabile. L’arrivo di Marì, dicevamo, regala un professore della linea a tre. Con lui si può cambiare più a cuor leggero. Ma in generale sarà una Fiorentina nuova, con la qualità di Fagioli e Ndour, la fisicità di Zaniolo e quella già apprezzata di Folorunsho.
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