Rui Costa compie 50 anni, Firenze non l'ha dimenticato

Dagli esordi nel Benfica alla passione per la Fiorentina. Ed ecco cosa fa adesso

Manuel Rui Costa

Manuel Rui Costa

Firenze, 27 marzo 2022 - Ha fatto innamorare Firenze, poi il Portogallo e l'Italia intera, diventando la colonna di ognuna delle tre squadre delle quali ne ha vestito la maglia. Manuel Rui Costa è stato sempre un 'fedele' con i piedi di velluto, capace di incantare ed estrarre dal cilindro assist a ripetizione. Benfica, Fiorentina e Milan conserveranno un ricordo indelebile di 'O Maestro', che compirà 50 anni martedì 29 marzo.

Tre le tappe che hanno segnato la crescita del Rui Costa uomo e calciatore, a partire dal Benfica, dove ha passato tutta la trafila delle giovanili, ha poi esordito nel massimo campionato portoghese (dopo un anno di prestito al Fafe, nella seconda serie) e spiccato definitivamente il volo. Rui Costa, che già aveva fatto innamorare Eusebio in un provino da giovanissimo tanto da tesserarlo dall'età di 9 anni, ci sarebbe probabilmente rimasto a vita. Ma il destino del fantasista classe 1972 è sempre stato legato alle difficoltà economiche dei club del suo cuore. Nel 1994 i lusitani hanno bisogno di fare cassa, sembra fatta per 9 miliardi al Barcellona (il calciatore dichiarò di aver rilasciato interviste e posato con maglia blaugrana) ma il nuovo presidente Damasio alza la richiesta a 11.

Si chiude una porta e si apre un portone, la neopromossa Fiorentina accontenta il Benfica e regala al popolo viola uno dei simboli più importanti della storia del club. La maglia numero 10, l'intesa con un'altra leggenda come Batistuta e poi anche la fascia da capitano dopo l'addio del 'Re Leone'.

Saranno sette stagioni di passione con la viola e di un legame romantico costruito con la tifoseria, rapporto che lui stesso favoriva giorno dopo giorno. Rui parcheggiava la sua auto davanti al Bar Marisa, ritrovo dei supporter a due passi dal Franchi, per sentire il loro calore al termine degli allenamenti. Così è, finché però, come accaduto al Benfica, per il bene delle casse del proprio club, Manuel deve dire addio. È l'estate del 2001, il portoghese saluta la Fiorentina con due vittorie in Coppa Italia e una Supercoppa, con il rimpianto di non aver portato a Firenze uno storico scudetto, forse l'unico della sua carriera assieme a quell'Europeo sfumato in casa in finale contro la Grecia nel 2004. Perché, di fatto, a livello di club ha poi vinto tutto: Parma e Lazio si fanno avanti, ma Rui Costa vuole il Milan di Terim, con cui aveva già lavorato alla Fiorentina.

L'affare sembra sfumare, Berlusconi (allora presidente del Consiglio) credeva fosse impopolare spendere una cifra simile per un calciatore ma poi si convince: 85 miliardi delle vecchie lire alla viola per quello che rimarrà l'acquisto più costoso del Diavolo sotto la sua gestione e la definitiva consacrazione con Ancelotti con scudetto, Coppa Italia, Champions League e Supercoppa Europea, con tanto di assist per il gol decisivo di Shevchenko contro il Porto. Altre cinque stagioni condite da estrema professionalità e giocate mozzafiato prima di congedarsi dall'Italia e tornare al primo amore, il Benfica, per concludere la carriera da giocatore nel 2008 ma non quella all'interna del mondo del calcio. Nello stesso anno diventò direttore sportivo dei lusitani e dal 2021 ne è addirittura il presidente per chiudere il cerchio nella maniera più bella.