Il Marocco di Sofyan Amrabat è nella storia: la squadra del ct Regragui è la prima formazione africana che disputerà la semifinale di un Mondiale. I Leoni dell’Atlante si confermano la vera sorpresa di questo torneo. Anche nei quarti di finale il centrocampista della Fiorentina (nonostante una condizione fisica non al top) ha ribadito la sua importanza in questa squadra. Un eroe. Palloni recuperati, duelli vinti, tanta corsa, generosità, leadership e molto altro, perfettamente in linea con le precedenti quattro partite giocate.
In questo Mondiale in Qatar, Amrabat non ha saltato neanche un minuto: 480 minuti giocati (addirittura 120 contro la Spagna) più abbondanti recuperi. Il ct Regragui ha speso parole di grande stima per il centrocampista viola, un vero muro di fronte alla difesa marocchina. Nel primo tempo, in fase difensiva il Marocco ha limitato il Portogallo con una sorta di 4-1-4-1 e Amrabat ha dato un grandissimo contributo alla causa. Idem nel secondo tempo, con il Marocco che ha retto di fronte all’assedio dei lusitani. Con l’assenza di Aguerd e l’infortunio di Saiss, la difesa del Marocco era diversa rispetto alle altre partite, quindi il contributo di Amrabat è stato fondamentale.
Il classe 1996 era anche diffidato, ma è riuscito a evitare un cartellino giallo che gli avrebbe fatto saltare la semifinale, un altro appuntamento con la storia. All’81’ Amrabat è diventato il capitano del Marocco, un ulteriore motivo di soddisfazione per lui. Nel corso della gara ha spesso incitato i suoi compagni e ha invitato tutti a non mollare di un centimetro, un atteggiamento da vero leader. Sul gol di En-Nesyri, la gioia di Amrabat era incontenibile, così come quella di tutti i marocchini. Un’altra prestazione gigantesca (l’ennesima) e un traguardo storico per il Marocco, il Mondiale di Amrabat continua e lui si sta confermando come uno dei migliori giocatori del torneo.
Alessandro Guetta