ANTONIO MANNORI
Sport

Ciclismo, i 50 anni di Francesco Casagrande

Protagonista tra i più brillanti in mountain bike, il 17 settembre festeggerà un compleanno speciale

L'ex professionista fiorentino Francesco Casagrande

L'ex professionista fiorentino Francesco Casagrande

Firenze,17 maggio 2020 - Viaggia verso i 50 anni Francesco Casagrande, ex professionista con 14 stagioni di successi sulle spalle per l’attività su strada e una dozzina di altrettante annate da protagonista di spicco nel mountain bike. Il traguardo del mezzo secolo fra 4 mesi, essendo nato il 14 settembre 1970. Da anni vive sulla collina che divide Lastra a Signa dalla Val di Pesa. Tanto per ricordare qualche sua vittoria, la Freccia Vallone nel 2000, due edizioni della Classica di San Sebastian in Spagna, il Giro della Svizzera nel 1999 e la Tirreno-Adriatico nel 1996. Per nove volte ha indossato la maglia azzurra al mondiale e due volte è stato alle Olimpiadi (Atlanta 1996, Sidney 2000). Di “Checco” ricordiamo anche quel Giro d’Italia, giusto vent’anni fa, durante il quale fu grande protagonista e maglia rosa per 12 giorni, prima di vedersela sfilare da Stefano Garzelli nella penultima giornata in occasione della cronometro al Sestriere. Nel mountain bike invece tante vittorie nelle gran fondo, Monteriggioni, Montalcino, Casentino Bike, Da Piazza a Piazza, ed anche la maglia azzurra tre anni fa ai Mondiali Marathon di Singen, in Germania. Un Casagrande ancora competitivo, voglioso di vincere “E pensare che dopo aver cessato l’attività su strada ero rimasto quasi tre anni inattivo, poi gli amici mi convinsero a tornare nel fuoristrada. Ero un amatore in quel tempo oggi sono élite nella Cicli Taddei di Santa Croce sull’Arno, un team forte ed affermato”. Una bella differenza tra strada e mountain bike. “Sicuramente cambia come disciplina, è molto più difficile fare MTB. I percorsi sono impegnativi, con discese tecniche e pericolose. Incide tanto il mezzo meccanico. E’ chiaro che non mi alleno come quando correvo”. Torniamo indietro a quel Giro d’Italia del 2000 mancato per un soffio. “Lo persi io più che vincerlo Garzelli. L’ultima settimana accusai problemi al nervo sciatico. Nei primi chilometri della cronometro di Sestriere avevo una gamba senza sensibilità e forza, e lì purtroppo persi la maglia rosa”. - Quali gli avversari più forti in quel periodo. “Per le corse di un giorno Michele Bartoli, per le gare a tappe sicuramente Marco Pantani, che in salita andava veramente forte e che avevo conosciuto in Toscana negli allievi, quando Marco veniva a gareggiare dalla Romagna e quindi era uno dei miei avversari più agguerriti”. - E’ cambiato il ciclismo rispetto a 20 anni fa. “Sicuramente, prendiamo i controlli medici che sono migliorati grazie alla tecnologia, sono sofisticati e si può dire allargando il discorso, che lo sport in generale è molto più sott’occhio. C’è anche il passaporto biologico. Secondo me ci ha guadagnato tutto il mondo, perché alla fine il campione è sempre lo stesso”. - Quarantena e nuovo calendario temi caldi del momento. “Il coronavirus è un problema mondiale, bisogna mettersi l’anima in pace. Rulli e allenamenti casalinghi per restare in buona condizione, ora si può uscire ed è tutto diverso. Quanto al calendario gare e alla sovrapposizioni, difficilmente si sarebbe potuto fare in maniera diversa, speriamo di poter salvare questa stagione”.