di Enrico Salvadori
Definiamoli rilanciati, rigenerati, in alcuni casi ripescati. Sono i bomber in vetrina del calcio toscano, storie di riscatto senza l’astio di chi ha la sete di rivincita ma con la consapevolezza di volersi costruire un futuro di successo e per altri un finale di carriera che non sia nell’anonimato. Il caso più eclatante di cui parlano tutti in questi giorni è quello di Lorenzo Lucca attaccante millennial del Pisa. Due metri, fisico da cestista, invece attaccante vero e moderno che protegge la palla, va via con una progressione devastante, serve assist ai compagni e segna sia di testa che di piede. Ebbene, l’attaccante emergente del calcio italiano convocato recentemente nella Under 21 ha avuto un percorso non facile.
E’ cresciuto nelle giovanili del Torino, poi è transitato al Chieri e all’Atletico Torino, ha avuto due chances con la Primavera di Vicenza e Brescia e con i berici era nella rosa della prima squadra. Ma queste società non hanno creduto in lui, al contrario di quanto hanno fatto al Palermo. Prima mezza stagione in D nel 2020 poi l’esplosione coni siciliani in C con 13 gol in 27 gare. La consacrazione a Pisa dove ha in B ha sempre segnato nelle tre partite giocate. Vale un tesoro e già a gennaio ci sarà la coda per assicurarselo. Il Sassuolo lo ha individuato come erede di Scamacca viste anche le caratteristiche simili. Ma è seguito anche da Inter, Juventus e Milan. Passiamo alla serie C. Qui c’è un attaccante esterno che proprio a Pisa fece molto bene con Rino Gattuso (7 reti e tanti assist) ma che in B sempre con i nerazzurri e con l’Ascoli è andato a fasi alterne. Ignacio Lores Varela è poi tornato nella sua Montevideo per due brevi parentesi senza sussulti con Penarol e Nacional ma in Italia sta troppo bene e a trent’anni quest’estate è tornato in Toscana. Ha risposto all’invito dell’ambizioso Siena diretto da Alberto Gilardino che un mago come Giorgio Perinetti ha allestito con le sembianze della corazzata. Il parco attaccanti della Robur oltre che sull’uruguagio può contare su Paloschi, Caccavallo e la speranza viola Montiel. Un lusso. Stesso ruolino di marcia di Varela in questo inizio di stagione per Simone Magnaghi che quando faceva parte del fertile vivaio atalantino impressionava per le sue qualità palesate in C anche a Viareggio, Venezia e Teramo. Dopo un’annata con pochi lampi al Sud Tirol ecco la partenza sprint al Pontedera che lo ha designato erede di Andrea Magrassi (15 gol la scorsa stagione). Magnaghi (28 anni) ha sigillato domenica il successo granata sulla Pistoiese in una gara condizionata dall’errore dal dischetto di Michele Vano, che poteva dare il pareggio agli arancioni. Il panzer trentenne romano si vuole rilanciare in maglia orange (anche per lui 2 gol in 3 gare) dopo due parentesi a Mantova e a Perugia in cui non ha confermato a pieno le potenzialità di bomber che ha girovagato per l’Italia in D e ha fatto vedere ottime cose in C al Carpi (19-20) con 8 gol in 20 partite. E’ di proprietà del Verona e anche se non più giovanissimo vorrebbe una chances ad alto livello.
Una sua doppietta in finale contro la Fiorentina, dopo un Torneo da grande protagonista, suggellò il cammino di Simone Dell’Agnello punta di diamante dell’Inter nella Viareggio Cup 2011, squadra che schierava anche Biraghi e Faraoni. Il 29enne centravanti livornese dopo non si è confermato con le maglie di Sud Tirol, Barletta, Livorno, Savona e Cuneo. Dieci gol in D a Como, pochi sussulti in C a Foggia e ora la voglia di ritornare quello di un tempo con il Grosseto che crede in lui. Era una speranza a livello giovanile anche Diego Frugoli che a 18 anni fu il capocannoniere della Primavera dell’Empoli andando a segno ben 19 volte. Poi la solita trafila “per farsi le ossa” con parecchia D e C in giro per la Toscana e oltre. La B Frugoli l’ha solo accarezzata a Pisa. In terza serie ci è tornato quest’anno e ci vuole restare con il Montevarchi per ora rivelazione. A 26 anni ha ancora tempo per trovare un posto al sole.