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Dal ko di Bergamo al sogno europeo. Filosofia e Conference: parola al prof Italiano

L'articolo riflette sul momento attuale della Fiorentina, tra filosofia e calcio. Si parla di passato, presente e futuro della squadra, con un'analisi critica e un pizzico di speranza per il futuro.

Filosofia e Conference: parola al prof Italiano

Filosofia e Conference: parola al prof Italiano

La filosofia è una materia molto affascinante. Dal Panta rei di Eraclito (tutto scorre, ma quasi mai in porta), al conosci te stesso socratico (ripreso da Nzola, che ha aggiunto “e poi sparisci nel nulla”), passando per l’hegeliana tesi, antitesi, sintesi, cioè mai una gioia, arrivando al “Meglio perdere subito che patire dopo” di Vincenzo Italiano, filosofo della magna grecia figlio del stoicismo resiliente davanti alle cessioni dei giocatori migliori e ottimista come un Leopardi in giornata no. Detto così sembra tutto molto triste, e invece no, perché l’utopia di un trofeo non è affatto da scartare, visto che resta ancora una Coppa che vale sempre un entusiasta “meglio che nulla” figlio della saggezza popolare di una città che non alza un trofeo al cielo dai giorni dei derby Assiri contro Babilonesi.

Inutile nascondere il fatto che siamo tutti abbastanza costernati di fronte al fatto che il passato ci ha insegnato poco o nulla. Siamo come quei bambini che, dopo una marachella, fanno giurin giurello davanti alla mamma che sentenzia: “Giura che non lo fai più”, “Giuro mammina”. Si, vabbè. D’altra parte sono in tanti a non veder l’ora che questa stagione abbia fine. Il primo è il tecnico, quello che voleva un esterno offensivo a gennaio ed è rimasto a bocca asciutta. Poi ha visto bene di annunciare il prossimo addio, cosa prevedibile a cui lui ha aggiunto le virgolette per la gioia dei sui critici e l’indifferenza di un gruppo che a fine stagione sarà più o meno dimezzato. Ora si parla di Italiano al Napoli, Italiano al Torino, Italiano al Bologna. Anche la Settignanese ci ha fatto un pensierino, e perfino L’Audace Galluzzo. Ramandani lo piazzerà, mentre Moggi e Lippi, i procuratori figli d’arte, lavoreranno per portare dei giocatori (speriamo ne azzecchino uno) al Viola Park, unico acquisto degno di nota dell’ultimo mercato. E poi la fortuna non aiuta. I pali, le traverse, gli attaccanti che vincono il premio “generosità”, dimenticandosi di fare gol.

Al bar c’è ancora chi brinda agli 80 milioni incassati per Vlahovic, perché noi siamo furbi e sappiamo fare affari. Anche se poi ci scordiamo di trovare un sostituto degno di questo nome. Vabbè, le plusvalenze del cuore contano di più. Quindi cancelliamo in fretta l’eliminazione da una Coppa e concentriamoci sul campionato e sull’altro trofeo. La bella notizia è un avversario non imbattibile e, soprattutto, una città meravigliosa, tanto da essere chiamata la Venezia del nord per i suoi canali e ultimamente anche “La difesa della Fiorentina del nord”, per via del fatto che fa acqua in ogni dove. Coraggio ragazzi, a volte basta poco per far cambiare umore a chi ti ama. Un gol, un trofeo, una notte felice e tutto il resto sarà dimenticato. E mentre Italiano mangerà una pizza con De Laurentiis o ordinerà crostini alla sagra del Galluzzo, noi saremo sempre qui, appassionati di Fiorentina e di filosofia.

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