ANDREA GIANNATTASIO
Sport

Doppia caccia per l’Europa. Conference e campionato. Ma i percorsi sono difficili

La Fiorentina ha l’obbligo di provarci: il sogno resta sempre l’Europa League. Bisogna cambiare passo e non lasciare per strada punti da rimpiangere poi.

La torre di Maratona che svetta sullo stadio Artemio Franchi di Firenze

La torre di Maratona che svetta sullo stadio Artemio Franchi di Firenze

Pur celandoli da abile temporeggiatore ("Solo dopo le prossime sette gare potremo stabilire i nostri obiettivi" ha raccontato una settimana fa Palladino), è evidente quelli che sono i target del tecnico viola per il finale di stagione: migliorare il posizionamento dello scorso anno (diktat più volte ribadito dalla proprietà) e fare più punti rispetto al girone d’andata. E a conti fatti viene da pensare che il traguardo minimo che Ranieri e soci puntano a centrare sia quello dei 65 punti, ovvero il doppio (abbondante) delle lunghezze attenute prima del giro di boa senza contare il recupero con l’Inter: un totale che, prendendo in esame le ultime cinque stagioni, ha garantito il 6° posto e dunque l’Europa League, ovvero ciò che - a fari spenti - è il grande sogno all’interno del Viola Park. Traguardo da non facile da centrare, visto che con l’uscita di scena di quattro italiane impegnate in Champions il ranking stagionale dell’Italia è sceso di 0,7 punti rispetto a quello della Spagna, ora seconda dietro l’Inghilterra (18,535 contro 17,812): un crollo che rende quasi impossibile la prospettiva che, come l’anno scorso, il 5° posto in A valga l’approdo in Coppa dei Campioni e che, di conseguenza, siano otto le italiane a prendere parte ai tornei Uefa.

Ecco che dunque, per centrare il suo obiettivo, la Fiorentina - già eliminata dalla Coppa Italia - ha due sole strade: mantenere con le unghie e con i denti il sesto posto che fin qui la sta premiando oppure dare priorità alla Conference. Un trofeo che, se vinto, garantirebbe ai viola l’accesso all’Europa League nella prossima stagione. Optare per l’una o l’altra cosa potrebbe rivelarsi pericoloso però è pur vero che ad ogni torneo corrispondono pro e contro: la Serie A vede la Fiorentina in vantaggio negli scontri diretti con Lazio e per ora Milan e Roma (con le sfide di ritorno con Juve e Bologna che saranno in casa) ma è un percorso a tappe che contempla ancora 13 partite mentre la Conference è un torneo più "breve" (alla finale di Wroclaw mancano solo sei gare) che tuttavia nasconde l’insidia della favoritissima Chelsea, possibile incrocio già in semifinale. Vale davvero la pena scegliere?

Andrea Giannattasio

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