REDAZIONE FIRENZE

Fiorentina in cerca di equilibrio: l'assenza di Bove e l'opportunità Gudmundsson

L'assenza di Bove pesa sulla Fiorentina, ma Gudmundsson emerge come possibile soluzione per ritrovare equilibrio e dinamismo.

Gud, freddo... rovente. Che bello averti qui

Albert Gudmundsson: le sue giocate fanno correre la squadra e sognare i tifosi

L’uomo in meno. Ce ne eravamo già accorti col Cagliari, quando nel secondo tempo la squadra rossoblu si era impadronita della partita surclassando il centrocampo viola, ma domenica scorsa col Bologna ne abbiamo avuta la riprova: quanto manca alla Fiorentina Edoardo Bove. Perché il centrocampista dell’Appio Latino non era solo un’ala tattica di intelligenza e corsa, era anche l’equilibratore della squadra viola. Un giocatore cartilagineo che, col suo moto perpetuo, riempiva i vuoti lì nel mezzo, consegnando alla manovra viola elasticità e sostanza, dinamismo e pressione.

Così, con la sua assenza il centrocampo a due Adli-Cataldi ha mostrato evidenti limiti di tenuta e di presenza, soprattutto quando i ritmi della squadra avversaria si alzano. Un problema non da poco per Palladino che, proprio grazie all’intuizione di Bove ala sinistra equilibratrice, aveva creato una formazione armonica e vincente. Però... Però la gara di domenica scorsa ci ha anche mostrato un potenziale "uomo in più", che non casualmente è anche il titolo di un film di Paolo Sorrentino che trae ispirazione dal calcio. Nella pellicola "l’uomo in più" era il trequartista che Ezio Glerean, tecnico forse sottovalutato nella hit parade delle panchine italiane, affiancava alle tre punte per creare superiorità là davanti. Nella Fiorentina versione bolognese "l’uomo in più" è sembrato invece poter essere Albert Gudmundsson, attaccante atipico venuto dal freddo dell’Islanda, in grado però di sprigionare giocate che incendiano la partita e pure il cuore dei tifosi. L’islandese, frenato da una condizione fisica non ottimale, non ha certo fatto una gara da 8 in pagella. Lo stesso, le volte in cui la palla è arrivata in suo possesso, la partita si è come attizzata.

Fiammate di calcio di rovente bellezza. Come quando ha scavalcato con un tocco d’autore Skorupski, prima di finire travolto dallo stesso portiere in un più che possibile fallo da rigore. O come quando, senza nemmeno dare il tempo di riflettere al difensore che lo marcava, ha toccato di prima la palla con un colpo da biliardo, mettendo l’incredulo Cataldi davanti al portiere. Giocate da potenziale campione di un 10 circumnavigante che ama viaggiare per il prato senza dare punti di riferimento precisi. Così, nel momento in cui l’assenza di Bove obbliga per forza a ripensare la squadra, forse ridisegnarla intorno alle potenzialità dell’uomo in più Gudmundsson non sarebbe una suggestione sbagliata. Trovare nuovi equilibri in campo per dare centralità a questo atleta letterario che, proprio come il libro della Tamaro, sembra andare dove lo porta il cuore, quasi avesse dentro l’istinto naturale del calciatore totale. Sì, in una Fiorentina che non vuole abdicare alla corsa di alta classifica, Gudmundsson rappresenta davvero l’opportunità possibile. Qualcosa che scalda il cuore anche in tempi gelidi come questi, di meteorologia invernale e di ex allenatori viola che sembrano anch’essi avere un inverno affettivo dentro.

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