
Palladino è stato bravo a costruire la vittoria di Cagliari, nonostante l’assenza di Kean
Bravo Raffaele. Hai vinto senza Kean, il nostro santo Graal. Come un bambino che impara ad andare in bicicletta col babbo che ti toglie le rotelle che ti facevano pedalare sicuro di te. La sua mano ancora ti regge la bici per il sellino. Vai un po’ a zig zag però sai che tutto andrà bene perché quella mano è la tua certezza. Solo che non hai ancora imparato ad andare in bicicletta. E così, all’improvviso, la mano se ne va e tu scopri che puoi farcela. La Fiorentina a Cagliari ha scoperto di potercela fare. Anche senza Kean, anche senza la sua certezza, quella che ti guidava sulla strada, che faceva sentire in equilibrio, sicuro. Una prova importante, anche se tutti speriamo che Moise torni presto. Per noi, ma soprattutto per lui, che sta attraversando un momento personale delicato, difficile. E poi? Poi ripensi alla tua infanzia e scopri che devi dimostrare di saper andare anche senza mani sul manubrio. Ma come? DodO, il ragazzo col sorriso, quello felice di giocare a pallone, di correre avanti e indietro sulla fascia diventando punto di riferimento del gioco offensivo infilandosi in ogni spazio disponibile e regalando assist in area di rigore, è fuori anche lui.
Che tra l’altro non ha un sostituto di ruolo. Forza Raffaele, intanto nel derby della FiPiLi dovrai arrangiarti come puoi. Poi a Siviglia vedremo. Ci sta che l’Empoli sia un osso più duro del Cagliari. Se non altro per questioni di classifica. Ma i tre punti presi in Sardegna ci hanno raccontato di una Fiorentina più matura e sicura di sé. La coerenza, guardando la classifica, è un dovere. Una classifica che racconta un paradosso. Qualsiasi cosa riesca a fare, la Fiorentina non riesce a schiodarsi dall’ottavo posto. Vince, pareggia, perde: la squadra di Palladino è sempre lì.
Sembra un girone dantesco. Stai lì e non esci. Mamma mia. Ovviamente è una estremizzazione immaginaria. Anche perché c’è anche una buona notizia: Anche in vetta la classifica è molto corta. Infilarsi in uno spazio come il ciclista che in volata arriva da dietro in velocità è ancora possibile. Parliamo di Europa League, ma anche di zona Champions, a essere molto ottimisti. Ma intanto pensiamo alla prima, anche perché al momento la Fiorentina è mezzo passo fuori da tutto. Umiltà e ambizione. Queste le chiavi per crederci. Poi col Siviglia ce la giochiamo. Bella città, Siviglia. Ricordi non all’altezza. Ma quello era un altro avversario e un altro stadio. Invece il Betis ci fa tornare in mente altro. E chi se lo può dimenticare Gioacchino, funambolo andaluso coprotagonista del ribaltone del 20 ottobre 2013. Simpatico, educato, fantasioso. Gran giocatore Joaquin, eterno ragazzo che ha legato la sua vita alla maglia del Betis Siviglia regalando una breve parentesi anche a noi. Storie di calcio. E di passione.
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