Firenze, 29 settembre 2021 - È tutto quasi fatto da tempo. E’ sul «quasi» che si giocano le resistenze, le tensioni e le ambizioni: quella di Rocco Commisso è poter annunciare il pesantissimo rinnovo di Vlahovic entro un tempo ragionevole, mentre gli interessi di chi gestisce il giocatore sono molto più legati alla possibilità di monetizzare fino all’ultimo euro l’opportunità. E quest’ultima è una definizione molto soft. Il club viola è in attesa di una risposta e lo ha fatto sapere con chiarezza, sebbene ancora i manager di Dusan non abbiano indicato una data utile per un incontro. Le cifre viola ormai sono note: la Fiorentina ha proposto un contratto da 4 milioni netti fino al 2025 al giocatore, più altri 2,5 ai procuratori. I quali tecnicamente stanno prendendo tempo. Ma scendiamo ancora di più nei particolari (e queste cifre sono meno note): la richiesta di stipendio netto per il giocatore supera i 5,5 milioni all’anno, più altri 4 di commissioni. Numeri stratosferici e conviene comunque ricordare che Vlahovic senza la firma sul rinnovo sta rinunciando a 3 milioni netti all’anno: un record contabile alla rovescia, comunque la si pensi.
Ovvio che le pressioni sul ragazzo siano fortissime, mentre Dusan si dichiara «totalmente concentrato sul campo» e per questo rimanda continuamente i tentativi di approccio. Il senso è: parlate con i miei procuratori. E molto nella Serbia calcistica ruota intorno alla «International Sports Office», giovane potenza specializzata nelle procure dei calciatori in rampa di lancio, o nei dintorni: fondata nel 2015 da Branko Radovanovic e Dejan Grgic, è clamorosamente riuscita in un lampo ad assicurarsi i più giovani talenti del Partizan. Dopo Vlahovic, staccati di parecchie categorie, gli assistiti più famosi sono Uros Djurjevic (Sporting de Gijon, Liga2) e Nemaja Radonjic, che gioca nel Benfica. Con tutto il rispetto per loro, Dusan brilla assai di più nel firmamento dell’azienda per le possibilità di monetizzare l’intermediazione. In tema balcanico, è utile un piccolo passo indietro fino a luglio 2015, quando la Fiorentina perse il centrocampista serbo Milinkovic Savic dopo aver raggiunto l’accordo con il Genk. Sembrava tutto fatto: il giocatore si presentò addirittura nella sede viola insieme al suo manager Mateja Kezman, ma dopo un confronto con i dirigenti il direttore sportivo Pradè si presentò davanti ai cronisti: «Il ragazzo è titubante per questioni private e familiari, non possiamo stare ad aspettarlo». E sulle «questioni private e familiari» è sempre rimasto un poco di mistero.