Firenze, 23 marzo 2024 - Rocco Commisso ha salutato la sua squadra. E' in partenza per New York dove darà l'ultimo saluto all'amico Joe Barone, la cui salma raggiungerà nelle prossime ore gli Stati Uniti dopo la due giorni a Pozzallo, conclusasi questa mattina con la messa in suffragio.
Proprio in quegli stessi minuti la squadra si stava riunendo per l'allenamento della mattina, l'ultimo al quale ha assistito il presidente. Per lui si è trattato di una toccata e fuga. Arrivato all'alba di mercoledì, ripartirà domattina. In una situazione normale delle tempistiche così ristrette sarebbero state impensabili.
E Commisso stamani ha voluto parlare nuovamente ai suoi ragazzi, in cerchio insieme a lui. Poche parole, ma sentite e commosse. "Ciao ragazzi, io devo partire. Partiamo da qua, con Alessandro (Ferrari, ndr) e Pradè, vado con loro a salutare Joe. Ci vediamo tra poche settimana, non di più. Sono stato contento di venire qua a guardarvi, mi avete fatto bene". Parole significative che certificano anche un ritorno a Firenze a stretto giro di posta. Un mese, un mese e mezzo. Gli appuntamenti da non mancare sono (eventualmente) ben segnati sul calendario. Dal 15 maggio (finale di Coppa Italia a Roma) al 29 maggio (finale di Conference League ad Atene). In quel periodo Commisso sarà con la squadra, con la speranza che le partite precedenti sanciscano almeno la conquista di una delle due finali. Sul cammino verso Roma c'è l'Atalanta nel doppio confronto di aprile. Su quello per Atene c'è prima il Viktoria Plzen, poi eventualmente la vincente di Club Brugge o Paok Salonicco. Insomma, si può fare. Il gruppo è super compatto, le motivazioni sono al massimo. Un passo alla volta. Stamani, nel cerchio di cui sopra, Commisso ha provato anche a scherzare: "Dov'è Duncan? Ho visto tuo figlio. Mamma mia... Te l'ha detto?". Poi un "grazie di tutto", al quale i calciatori hanno risposto con un lungo applauso. Il momento si è concluso con un abbraccio tra Commisso e Italiano. I due avranno modo più avanti di parlare del futuro del tecnico. Adesso no, non serve. Adesso conta il presente, la voglia di alzare quel benedetto trofeo è troppo grande. Nel segno di Joe, per regalare una soddisfazione a Commisso e a tutta la città.
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