Firenze, 12 novembre 2024 - Protagonista assoluto della giornata a Coverciano, Pietro Comuzzo ha tenuto anche la conferenza stampa dal ritiro azzurro. Il centrale della Fiorentina ha parlato di sogni e speranze, ma anche di un presente importantissimo con la squadra di Palladino.
Qual è il sogno ora che è qui e come ha festeggiato?
“Da bambino, quando inizi a giocare a calcio e sogni la Nazionale, aspiri a essere come quei campioni e a raggiungere Coverciano. Entrare qui è un sogno che si realizza. Non ho festeggiato ancora, lo farò con la mia famiglia, siamo persone riservate“.
Che tipo di difensore la rappresenta? Come Vierchowod o qualcun altro?
“Mi sento sicuro nella marcatura e mi esalto nel duello. Tecnicamente voglio migliorarmi nella costruzione, ispirandomi anche a Bastoni e Calafiori, cercando di ridurre le mie lacune più evidenti“.
Quando si è reso conto di essere ‘grande’?
“Direi al mio esordio in Serie A e poi da gennaio 2024, quando sono stato definitivamente inserito in prima squadra. Da lì l’ho capito“.
Un pensiero speciale?
“Il mio pensiero va a mia madre. Essere qui è una grande soddisfazione anche per lei“.
Ieri Spalletti ha lodato la sua attenzione. È un aspetto che cura molto?
“Sì, è una qualità su cui mi concentro, frutto dell’educazione ricevuta. Per me l’attenzione è fondamentale, perché tutto parte dalla testa“.
L’inno azzurro e il legame con la Nazionale?
“Per me l’inno italiano è il più bello del mondo, ti fa sentire il legame con il Paese. Cantarlo in campo è una delle emozioni più intense che si possano provare. Ho seguito tutto l’Europeo e vedere Chiellini alzare il trofeo è stata una gioia enorme“.
Un campionato molto combattuto e gli obiettivi della Fiorentina?
“Stiamo lavorando ogni giorno per migliorare e restare in alto. Adesso, però, la mia attenzione è su questo ritiro e questi sette giorni in Nazionale“.
Cosa tle ha insegnato Palladino e cosa sta apprendendo alla Fiorentina?
“Il mister mi dà indicazioni su come migliorare, ad esempio nella costruzione del gioco. La nostra forza è l’unione del gruppo, siamo lì con merito“.
Qual è il rischio maggiore da evitare?
“Si dice che arrivare fin qui sia la parte più facile, mentre mantenerlo è più impegnativo. Mio padre mi ha sempre detto di costruire basi solide, senza fretta“.
Quanti messaggi ha ricevuto? A chi darà la maglia?
“Ne ho ricevuti tanti, ma quello di mio padre è stato speciale. Ho sentito vari mister delle giovanili e dei dilettanti, e li ringrazio tutti. La maglia resterà in famiglia“.
Il primo pensiero a Coverciano e le parole di Spalletti?
“C’ero stato altre volte, ma entrare come giocatore della Nazionale maggiore è un’emozione più grande. Spalletti mi ha accolto con un abbraccio“.
Quale avversario le piacerebbe affrontare?
“Essere qui è già un traguardo enorme. Se avrò l’occasione di esordire, sarà fantastico. Mi piacerebbe giocare contro la Francia, e tra gli avversari preferirei Lukaku, ma sono pronto per chiunque“.
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