Firenze, 4 gennaio 2021 - La Fiorentina continua con la sua “operazione trasparenza”. Le parole di Vlahovic, quel «Mai dire mai» rispondendo alla domanda su un eventuale compromesso col presidente Rocco Commisso, hanno fatto rumore e a replicare è stato direttamente il direttore generale viola, Joe Barone. «Ho letto le parole di Dusan, rilasciate attraverso un’intervista non autorizzata, un po’ come accaduto con Lukaku. Non bisogna illudere la tifoseria. L’agente non ci ha mai dato ulteriori aperture, né tantomeno ha disegnato scenari diversi. Questa è una negoziazione che va avanti da oltre un anno. Vi posso anche dire che a fine novembre il nostro patron ha incontrato Ristic, il procuratore del ragazzo: ha chiesto importi quasi raddoppiati rispetto all’ultima proposta, mostrando così una totale mancanza di rispetto nei confronti della Fiorentina e, soprattutto, di Commisso». Lo scorso ottobre, la trattativa si era arenata di fronte a numeri giudicati fuori misura. La Fiorentina aveva offerto quasi 20 milioni netti d’ingaggio al giocatore per quattro anni, una commissione all’agente di 3 milioni e una clausola rescissoria da 75 milioni allegata all’accordo. La risposta era stata ancora una volta un rilancio, con una richiesta di 23 milioni di salario, 5 di commissione oltre al 10% sulla futura rivendita da corrispondere sempre all’entourage. Pochi mesi dopo, i numeri, secondo quanto spiegato dal dirigente, sarebbero nuovamente lievitati. Quegli «importi quasi raddoppiati», di fatto, portano a pensare ad uno stipendio vicino ai 40 milioni in quattro anni e ad una commissione di almeno 8 milioni. Barone ha poi continuato: «Ristic l’ho incontrato anche io e mi ha ribadito la stessa cosa. Come sapete, durante questi mesi abbiamo spesso aumentato l’offerta e loro drasticamente hanno sempre aumentato le richieste. A Moena, Vlahovic disse ai tifosi che voleva firmare e ci abbiamo creduto anche noi, anche perché eravamo d’accordo sull’ingaggio. Poi, è diventato tutto complicato per le richieste delle commissioni. Questa volta non ci stiamo, anche perché abbiamo le idee chiare: ci siamo mossi in anticipo. Noi siamo preparati sul da fare, ma vogliamo chiarezza da parte di giocatore e agente su quali siano le intenzioni per gennaio e per giugno». Di certo c’è anche da fare i conti col rischio svincolo: Barone lo sa benissimo: «Tra le varie ipotesi, il procuratore ci ha anche paventato di portarlo a scadenza e questa non è una bella cosa, visto quello che abbiamo fatto per il ragazzo. Perché abbiamo fatto di tutto. Non bisogna illudere i tifosi, vogliamo dare la nostra verità. E non vogliamo essere ostaggio di una situazione mentre la squadra sta facendo molto bene. Se c’è la sensazione che questa vicenda vada oltre la volontà del giocatore? Quando si è rappresentati, il calciatore dà sempre delle indicazioni».
Francesca Bandinelli