Firenze, 22 maggio 2023 – Italiano ne ha cambiati dieci, mica uno, eppure la Fiorentina ha mantenuto la propria identità anche a Torino, contro una squadra più fresca (sicuramente) e motivata (forse).
Perché la Fiorentina surrogata ha provato a vincere anche questa volta, nonostante lo slalom fra le partite – rientro da Basilea venerdì mattina – e la pressione di giocarsi due storiche finali in una settimana. Dopo 62 anni la squadra viola proverà a vincere due coppe e sa bene quale sia la differenza fra una stagione positiva e una indimenticabile.
Dunque pressione altissima e necessità di risparmiare le energie per Inter e West Ham, mentre la maxi rotazione di Italiano ha dimostrato che anche le ‘riserve’ sono pienamente coinvolte: ci sarà bisogno anche di loro, il segreto principale della rinascita del gruppo è stato quello di unirsi ancora di più e credere in se stesso durante i periodi complicati (e ce ne sono stati, eccome).
La Fiorentina è stata protagonista di un cammino da studiare in qualche seminario a Coverciano, dal 16 febbraio – dopo i fischi per la sconfitta interna contro il Bologna e il ko contro la Juve – ha vinto 14 partite su 24, pareggiandone 6 e perdendone 4. Mai visto almeno a Firenze un Rinascimento calcistico di questo tipo, considerato il momento buio della squadra e le contestazioni che stavano coinvolgendo anche la società.
Quindi, comunque la si pensi, la Fiorentina è già stata protagonista di un’impresa unica. Commettiamo un assassinio grammaticale aggiungendo che potrebbe diventare ‘ancora più unica’ aggiungendo materiale metallico nella sala dei trofei, e abbiamo il sospetto che questa sia la magnifica ossessione di tutto il gruppo viola.
Perché davvero la volontà è quella di lasciare tracce concrete, scrivere il proprio nome sui libri: vi ricordate come erano affranti Italiano e i giocatori dopo il pareggio contro lo Spezia? Non erano riusciti a stabilire il record delle vittorie consecutive, dieci. Con questo spirito affamato e spesso cannibale, la Fiorentina si prepara al meglio. E non sarà sola, c’è una città che la spinge.
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