Firenze, 4 novembre 2024 - "Ragazzi, se volete domani potete prendere il giorno libero". Frase pronunciata da Raffaele Palladino negli spogliatoi dell'Olimpico Grande Torino, dove ieri pomeriggio la Fiorentina ha centrato la settima vittoria consecutiva. Sono passati pochi istanti dal fischio finale. I calciatori stanno facendo la doccia, qualcuno è sul lettino dei massaggi. Qualche altro è impegnato con le interviste di rito post partita. Breve conciliabolo fra i leader dello spogliatoio, poi capitan Biraghi comunica al tecnico che la squadra l'indomani (cioè oggi) si vuole allenare. Niente giorno libero. Nel calcio di oggi fa scalpore, anche perché la concessione di Palladino sarebbe stata straordinaria e non ordinaria vista la partita di giovedì a Cipro contro l'Apoel.
Gesto del gruppo quindi da sottolineare, con un significato ben più importante della seduta di allenamento di oggi, che per i titolari di ieri sarà di scarico e per gli altri propedeutica alla sfida di Conference League. Dietro si nasconde altro. Il piacere di spingere a tutta da qui a domenica prossima, quando poi il campionato si fermerà per dare spazio agli impegni della Nazionale. Lì si potrà rifiatare, Palladino concederà qualche giorno di riposo ai suoi, allo staff, anche a se stesso. Perché sono state settimane intense, nelle quali è passato da una critica feroce (c'era chi ne voleva l'esonero) all'esaltazione per il terzo posto in classifica, a solo tre lunghezze dal Napoli capolista.
Oggi la Fiorentina si gode una posizione inaspettata in classifica e guarda alla sfida di giovedì a Cipro come una sorta di match point per archiviare anche il discorso qualificazione alla fase successiva. L'ottobre d'oro di Palladino è sfociato anche a novembre, ma certi risultati non sono un caso davanti a un gruppo così compatto. Al di là di capitan Biraghi, che rimane l'anima del gruppo pur giocando meno rispetto al passato, sono entrati al Viola Park calciatori di carisma come Gosens, De Gea, Adli e Cataldi. Sono loro, insieme a Mandragora, quelli che parlano e guidano i più giovani. E adesso cominciano a essere diversi in grado di prendersi responsabilità. Uno dei segreti del momento magico della Fiorentina è anche questo.
Alessandro Latini
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