ALESSANDRO LATINI
ALESSANDRO LATINI
Fiorentina

Fiorentina: l'idolo LeBron, il sogno Champions. Parla Ndour: "Sentivo il richiamo di casa"

Il centrocampista viola ha rilasciato una lunga intervista ai canali ufficiali della Federazione nell'ultimo ritiro della Nazionale Under 21

Cher Ndour con la maglia della Nazionale Under 21 (foto social del calciatore)

Cher Ndour con la maglia della Nazionale Under 21 (foto social del calciatore)

Firenze, 14 aprile 2025 - Da Brescia a Lisbona, da Parigi a Istanbul, passando per Braga. Il lungo Erasmus sportivo di Cher Ndour si è interrotto due mesi fa, quando la Fiorentina ha deciso di investire su uno dei giovani talenti più promettenti del nostro Paese:

“All’estero sono stato benissimo – ha raccontato dal raduno della Nazionale Under 21 nell'intervista rilasciata a Vivo Azzurro TV per 'Generazione Azzurra' – ma l’Italia è sempre l’Italia e ultimamente mi scorreva dentro il richiamo di casa. Da ragazzo avevo bisogno di stimoli e di affrontare nuove esperienze, è venuta fuori questa possibilità di andare all’estero e, anche se ero molto giovane, ho deciso di partire. Ho la fortuna di avere due genitori che tengono molto a me, che mi sono sempre stati vicini e che mi hanno seguito a Lisbona, Parigi e anche a Istanbul. Mi hanno sempre consigliato nelle scelte, lasciandomi però la decisione finale”. A quattro anni gioca sul campetto dell'oratorio di Fiumicello. A sei arriva la chiamata del Brescia, poi quell'Atalanta. “Al piccolo Cher direi di affrontare le cose con leggerezza e di mettere sempre davanti a tutto il piacere di giocare a calcio”.

A sedici anni la prima chiamata dall'estero. Vola a Lisbona, lo vuole il Benfica. Parentesi formativa. Ma dopo l'Europeo vinto con l'Under 19 arriva la chiamata del PSG. Non si può dire di no. E a Parigi trova Donnarumma.

“Con Gigio (Donnarumma, ndr) a Parigi abbiamo legato subito, io poi venivo dalla vittoria dell’Europeo e la prima cosa che ha fatto è stata farmi i complimenti”.

Debutta in prima squadra, segna anche in Coppa di Francia. Ma gli serve continuità. Va al Braga, poi al Besiktas, sempre in prestito. E in Turchia conosce un altro azzurro.

“Sono arrivato a Istanbul e Ciro (Immobile, ndr) era già lì, ci siamo trovati molto bene ed è stato importante poter parlare con lui, anche perché il turco non è una lingua facile. Ciro e Gigio hanno fatto grandi cose, hanno vinto entrambi l’Europeo. Spero un giorno di poterlo vincere anche io”. Cher si descrive anche fuori dal campo. “Sono un ragazzo semplice, tranquillo, e ogni volta che posso torno a Brescia dai miei amici e dalla mia ragazza. Andiamo nel bar storico, che è dei miei primi allenatori all’oratorio. Quando ho del tempo libero mi piace riposare e staccare del tutto dallo sport”.

Il piatto preferito è la carbonara (“ma anche la picanha accompagnata da riso e patate”), la playlist sempre la stessa (“sono molto scaramantico, ascolto le solite cinque canzoni prima di entrare in campo”), gli idoli tre campionissimi di calcio e basket: “Come caratteristiche mi sono sempre ispirato a Pogba, come dedizione al lavoro e per la carriera che ha avuto a Cristiano Ronaldo. E a LeBron James: seguo l’NBA, quello che sta facendo a 40 anni è frutto non solo del talento ma anche della dedizione che ci mette”.

E i sogni?. “Diversi, come vincere la Champions League ed esordire con la Nazionale maggiore”.  

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