GIAMPAOLO MARCHINI
Fiorentina

Cataldi: la paura, il sogno Europa e il futuro. “Bove? Mi ha solo guidato l’istinto. E adesso voglio rimanere a Firenze”

Dai soccorsi all’amico Edo alla posizione in campo. L’obiettivo? “Andare in Champions ti fa salire un gradino”

Danilo Cataldi con il nostro Giampaolo Marchini durante il faccia a faccia che si è tenuto al Viola Park

Danilo Cataldi con il nostro Giampaolo Marchini durante il faccia a faccia che si è tenuto al Viola Park

Firenze, 26 marzo 2025 – Danilo Cataldi, prima stagione in viola, ha trovato quello che si aspettava?

“Si, decisamente. Il Viola Park è un ambiente ideale in una città che conoscevo e apprezzavo. Lavorare qui è unico”.

A proposito di Viola Park, che rapporto ha con il presidente Rocco Commisso?

“Ho avuto il piacere di parlarci appena arrivato e l’ho risentito spesso in seguito. E’ un uomo che vuole bene alla Fiorentine e speriamo di regalargli tante soddisfazioni”.

E con Palladino?

“Il mister è una persona importante. L’ho avuto come compagno e ci siamo sempre tenuti in contatto. Ora come allenatore ho un rapporto franco e diretto. Mi conforta averlo come tecnico anche per un proficuo scambio di opinioni”.

La Fiorentina ha sofferto tra dicembre e gennaio, quando lei si è fatto male. Un caso?

“Non lo so, sinceramente, magari è solo un caso. Mi è dispiaciuto stare fuori così a lungo, questo è certo. Non mi era mai capitato ed è stato più frustrante”.

Se dico che lei è l’equilibratore viola, si ritrova in questa definizione?

“Si, mi piace, anche perché mi piace fare in modo che gli altri si mettano in luce, penso soprattutto le punte. Anche se mi metto a disposizione di tutta la squadra”.

Già, gli attaccanti. Un Kean così se lo aspettava?

“Così realizzatore no. Quando fai anche gol sporchi vuol dire che li cerchi e sei coinvolto, centrato su quello che fai. Quando non segna, poi, è ugualmente decisivo. Come con la Juve: ha fatto una gara super”.

Da compagno più esperto, mi dice un giovane che l’ha impressionata?

“Non cito Comuzzo perché è un giovane-vecchio, nel senso più positivo del termine. Ma devo dire che in Primavera ci sono tanti ragazzi interessanti, oltre a quelli che si allenano con noi: penso Rubino, Baroncelli, Harder, Caprini. Ma Martinelli mi piace molto e scommetto su di lui”.

Avete attraversato momenti di alti e bassi. A che punto siete?

“Le vittorie in Conference e con la Juve hanno restituito consapevolezza e determinazione”.

A proposito, Atalanta all’orizzonte e vi manca alla collezione delle big battute...

“Vero (ride, ndr) e ci proveremo con determinazione, però...”.

Però?

“Bisogna non sbagliare anche con tutte le altre. Non è una questione, con loro, di ’fare la partita’. E’ un aspetto mentale, non accettiamo di subire gol con quelle che stanno sotto di noi. E’ un aspetto che ci blocca, come se staccassimo la spina. Subire ci può stare, ma dobbiamo sempre e comunque reagire”.

Restano sul tema ammazzagrandi, ci potrebbe essere il Chelsea in finale.

“Prima arriviamoci, poi chissà”.

La riposto alla drammatica serata del primo dicembre, quando si sentì male Bove...

“Sono contento perché lo vedo, ci parlo ed è l’aspetto più importante, il resto si vedrà”.

E’ stato tra i primi a soccorrerlo senza indugi, utilizzando quanto imparato nei corsi fatti ai tempi della Lazio...

“In quel momento non ti fermi a pensare. E’ l’istinto che ti guida. Non so se ho fatto tutto correttamente, ma se anche l’ho aiutato per lo 0,1 per cento sono contento”.

Lei è qui in prestito. Se dovesse esprimere un desiderio?

“Sto bene qui, sono stato accolto benissimo. Sono un ragazzo alla mano, mi piace stare bene con le persone che compongono il gruppo squadra e non posso chiedere di meglio per me e la mia famiglia”.

Parliamo allora del Danilo fuori dal campo. Qual è il suo angolo preferito della città?

“Mi piace passeggiare e perdersi per le strade del centro, dal Duomo a Ponte Vecchio, anche da solo e prendere un bel caffè. Il centro è rilassante, oltre che bellissimo. Poi mi piace andare a Fiesole (ha un ristorante di fiducia, ndr)”.

Facciamo i sinceri: Cataldi a fine stagione sarà contento se?

“Contento o felicissimo?”

Dica lei.

“Si lavora per vincere e sollevare un trofeo sarebbe una ’rivincita’ per tutti, soprattutto per il recente passato, facendoti entrare nella storia viola. Ma vorrei andare in Champions anche per una questione di continuità. Io l’ho fatta, ti dà tanto spessore internazionale e ti porta a un gradino più alto.

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