ALESSANDRO LATINI
Fiorentina

'Lo chiamavano Brizenbauer', presentato il docufilm sulla favola viola di Pino Brizi

Il documentario di Roberto Davide Papini è stato presentato in una gremita Sala Libero Beghi in Villa Arrivabene. Presenti Giancarlo Antognoni, Moreno Roggi e Furio Valcareggi

Firenze, 24 febbraio 2025 - Trentatre minuti che trasudano di storia viola e raccontano un sogno. "Lo chiamavano Brizenbauer" è il documentario sulla vita di Pino Brizi realizzato dal nostro Roberto Davide Papini per QN La Nazione, con riprese di Michele Coppini, Massimo Nencioni e Lorenzo Console e con montaggio dello stesso  Coppini.

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La presentazione a Firenze, dopo la prima a Macerata - luogo di nascita dell'ex capitano della Fiorentina - è avvenuta sabato scorso in una gremita Sala Libero Beghi in Villa Arrivabene, sede del Quartiere 2. Giancarlo Antognoni e Moreno Roggi, ex compagni di Brizi, si sono mischiati a tifosi e appassionati. Presenti Furio Valcareggi, l'assessora allo sport del Comune di Firenze, Letizia Perini, e il padrone di casa Michele Pierguidi. Non poteva mancare Gianluca Brizi, figlio di Pino e protagonista del documentario, che ha già vinto la Menzione d'onore a Sport Movie & Tv, finale di 20 Festival (nei 5 Continenti) del “World Ficts Challenge“, campionato mondiale della televisione, del cinema, della cultura e della comunicazione sportiva.

Il lavoro di Papini racconta con dovizia di particolari la storia di Brizi, bambino di Macerata che si appassiona alla Fiorentina ed esulta da lontano per lo Scudetto del '55/'56. Quello stesso bambino che poi indosserà la maglia della sua squadra del cuore. Per i più giovani occorre ricordare che 'Brizenbauer' (soprannominato così perché ricordava il modo di giocare di Beckenbauer, rubava il pallone agli attaccanti senza mai commettere fallo...) è secondo nella classifica all time per presenze con la maglia della Fiorentina (389), dietro solo a Giancarlo Antognoni. Uomo gentile, garbato, arrivato a Firenze nel 1961 per coronare il sogno di vestirsi di viola. Con il giglio sul petto vinse da protagonista lo scudetto del '68/'69, la Coppa Italia del '65/'66 e quella del '74/'75. Il documentario si snoda tra Macerata e Firenze, ricco di testimonianze - compresa quella della moglie Maddalena - e aneddoti raccontati dai compagni di squadra dell'epoca (Roggi, Antognoni, Merlo, Chiarugi). Protagonista di un calcio che non c'è più (giocò per anni come stopper e libero), nel docufilm lo si conosce bambino e lo si attraversa lungo il corso della vita. L'immagine che resta negli occhi è un Brizi ormai anziano. Occhi scavati e profondi, in mano la maglia viola con il tricolore cucito sopra il giglio. Accarezzata come una cosa rara e preziosa. Una seconda pelle da tramandare alla leggenda. Alessandro Latini