ROBERTO DAVIDE PAPINI
Fiorentina

Montuori, un "10" di classe e umanità / VIDEO

Vent'anni fa moriva a Firenze uno dei grandi protagonisti della Fiorentina del primo scudetto

Miguel Montuori

Firenze, 4 giugno 2018 - “Sogno sempre la torre di Maratona, mi è rimasta nel cuore”. Sotto quella torre, sull’erba dello stadio di Firenze, Miguel Angel Montuori ha fatto sognare i tifosi viola scrivendo alcune delle più belle pagine della storia della Fiorentina, a partire dal primo scudetto del ‘55/’56.

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Proprio 20 anni fa, il 4 giugno del 1998, si spengeva a Firenze questo talento grande e sfortunato. E’ stato uno dei numeri 10 più amati dal popolo viola: veloce, implacabile sotto porta (72 reti in 162 presenze), grande classe e generosità.

A differenza di Julinho (arrivato a Firenze già famoso e celebrato) Montuori, nato nel 1932 in Argentina (figlio di un pescatore di Sorrento) e cresciuto calcisticamente in Cile, giunge in viola come un perfetto sconosciuto, consigliato al presidente Befani da un missionario italiano.

Sotto la guida di Fulvio Bernardini, Montuori stupisce tutti e diventa un elemento decisivo nella conquista del primo scudetto e di quella Fiorentina leggendaria capace di arrivare quattro volte seconda, di sfiorare l’impresa in Coppa Campioni contro il Real Madrid e di vincere, comunque, una Coppa Italia e la Coppa delle Coppe. Nel 1961 una pallonata alla testa gli procura gravi danni alla vista e, dopo varie operazioni, deve chiudere la carriera a soli 28 anni.

Accanto ai gol in campo, Montuori si dimostra un campione di sensibilità e umanità: tra i tanti episodi spicca la donazione di tutte le sue medaglie al Comune di Firenze per aiutare i fiorentini colpiti dall’alluvione del 1966. Un dono che commuove il sindaco Piero Bargellini che, però, gli restituisce i cimeli: “Queste medaglie appartengono a lei. Firenze non può accettarle”.  

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Vent’anni fa si spengeva un campione di calcio e generosità, un campione che sognava la Maratona e che sotto quella torre ha fatto sognare Firenze.