ROBERTO DAVIDE PAPINI
Fiorentina

Fiorentina, addio al grande Kurt Hamrin. L’ultimo volo di “Uccellino”

È stato il miglior marcatore della storia viola, fuoriclasse assoluto, firmò il trionfo in Coppa delle Coppe

Firenze, 4 febbraio 2024 – Alle soglie dei 90 anni (li avrebbe compiuti il 19 novembre prossimo) ci ha lasciati Kurt Hamrin, vera e propria leggenda viola (e non solo). Con 208 reti su 362 gare ufficiali disputate (tra campionato e coppe) Hamrin è il miglior marcatore della storia della Fiorentina e fino all’avvento di Batistuta era anche il miglior goleador viola in Serie A. Proprio Batigol con i suoi 152 gol lo ha superato di una rete.

Ma accanto alle doti di grande campione, c'erano quelle di una persona straordinaria, generosa e gentile, uno svedese innamorato di Firenze dove decise di abitare anche dopo aver lasciato la maglia viola e dove ha vissuto fino alla fine, accanto alla moglie Marianne.

Atleta straordinario, capace di vestire la maglia della nazionale svedese nell’hockey su ghiaccio e nel calcio (diventando vicecampione del mondo nel 1958, proprio in Svezia) da ragazzino ha un modello di classe come l’inglese Stanley Matthews. Hamrin scrive pagine memorabili in maglia viola, vincendo la Coppa delle Coppe, due Coppe Italia e sfiorando lo scudetto. Passato al Milan vince lì lo scudetto insieme alla Coppa dei Campioni e a un’altra Coppa delle Coppe.

Kurt Hamrin, le foto storiche con la maglia della Fiorentina (Archivio Germogli e Press Photo)

Al suo arrivo a Firenze, nel 1958, sostituisce come ala destra il grande Julinho, il campione brasiliano protagonista del primo scudetto viola. “Non è stata un’eredità pesante – ricordava Hamrin – perché ero diverso da Julinho, lui segnava poco mentre io la buttavo dentro più spesso”. Tra le tante reti in viola (memorabile, tra le altre, la vittoria per 7-1 a Bergamo contro l’Atalanta con 5 gol del bomber svedese), Hamrin non ha mai avuto dubbi su quale scegliere: “Quella segnata alla Juventus (il 27 marzo 1960, ndr): Montuori mi ha dato la palla, ho saltato un difensore e ho calciato al volo”.

Grazie al genio di Beppe Pegolotti, grande giornalista della «Nazione», Hamrin diventò per tutti "Uccellino": “Scrisse che il mio modo di correre ricordava quello di un uccellino che vola”. Adesso Firenze piange l'ultimo volo di "Uccellino".

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