Giampaolo Marchini
Fiorentina

Fiorentina, le pagelle: Folorunsho, l'ex ultimo ad arrendersi

I voti dopo la sconfitta in casa del Verona. Beltran in difficoltà insieme a tutto il centrocampo viola

Michael Folorunsho in azione al Bentegodi durante Hellas Verona-Fiorentina (foto Davide Casentini/Ag. Aldo Liverani sas)

Michael Folorunsho in azione al Bentegodi durante Hellas Verona-Fiorentina (foto Davide Casentini/Ag. Aldo Liverani sas)

Firenze, 24 febbraio 2025 – Le pagelle di Verona-Fiorentina.

De Gea 6 - Attento su Sarr nei primi minuti, distendendosi sulla sua sinistra. Accompagna con gli occhi sul fondo un colpo di testa insidioso di Dawidowicz, battezzandolo con esperienza. Può poco nell’occasione del gol.

Dodo 5 - Tanta corsa per il brasiliano che lascia qualcosa per la strada, soprattutto quando deve impostare e non sempre l’intesa con Zaniolo funziona. Questione di abitudine. Soffre le iniziative di Suslov e si spegne alla distanza. In generale, un momentuccio. Non da ora.

Comuzzo 5,5 - In un paio di occasioni esce con la sicurezza del veterano, disinnescando Livramento. Uomo della provvidenza anticipando Mosquera pronto a calciare a botta sicura. Ma sul gol non è impeccabile e macchia così la sua partita che poteva essere buona.

Ranieri 6 - Ha il merito di salvare il risultato sul tiro a botta sicura di Sarr. Per il resto cerca di tenere stretti i reparti e la linea per non farsi infilare in velocità dagli avversari che dalla sua parte provano a sfondare. Dal 71’ Mari 5 - Troppo morbido nel contrasto davanti a De Gea che genera l’uno a zero.

Parisi 5,5 - Gioca per la squalifica di Gosens e non demerita almeno fino a quando la Fiorentina prova a dare segni di presenza. Cerca di alimentare l’azione, senza perdere di vista le avanzate dell’ex Faraoni ma si perde nella confusione tattica in cui annaspano i viola.

Mandragora 5 - Ha un’occasione su punizione ma calcia sulla barriera. Per il resto poche tracce. Se l’idea è quella di dare protezione missione compiuta. Ma in fase di costruzione restano poche tracce. Non è questa una delle sue caratteristiche migliori. Dal 66’ Fagioli 5,5 - Cerca di dare sostanza, ma l’ingresso pare tardivo.

Cataldi 5 - Dovrebbe essere l’uomo di equilibrio ed esperienza in mezzo al campo. Ma ormai è chiaro che in coppia con Mandragora (e viceversa) non funziona. Se deve proteggere le spalle a un regista si trova a suo agio. Stavolta, e ancora una volta, proprio no.

Zaniolo 5 - Valentini è cliente attento nelle chiusure e nelle diagonali. Pochi sono i palloni giocabili; perché dalla sua parte è difficile sfondare. Ma quando riesce nascono situazioni pericolose, come quella che Kean non sfrutta a dovere. Poi si spegne alla distanza. Dall’83’ Caprini sv - Sfortunato nel flipper che innesca la ripartenza letale dell’Hellas.

Beltran 4,5 - Torna nella posizione che sarebbe a lui più congeniale, visto che il ruolo di centravanti è solo sul numero di maglia. Quindi si piazza trequartista in mezzo al campo con licenza di attaccare e impostare. Sempre sulla carta. Ma l’andamento della gara lo porta a essere in balia dei centrocampisti avversari che lo ’mordono’ senza sosta. E lui si spegne senza lasciare grandi tracce. Momento no.

Folorunsho 6,5 - Sarà perché sente l’aria di Verona, dove è stato protagonista a lungo. E’ il più vivace e dentro la partita, ma si accorge ben presto di essere quasi l’unico, sia in fase di interdizione, sia quando si propone sulla corsia. Dai suoi piedi nascono le azioni più pericolose, come i traversoni per Kean e Zaniolo; non sfruttati. Non solo. Il più intraprendente quando si alza il livello dello scontro, terreno a lui più congeniale. Dal 71’ Ndour 5 - Spaesato.

Kean 5,5 - Primo squillo subito in avvio e paratona di Montipò per negargli il vantaggio. Coppola non lo molla, come uno stopper a vecchi tempi che seguiva il più pericoloso ovunque. Esce in barella dopo una ginocchiata fortuita di Dawidowicz. Dal 66’ Richardson 4,5 - E’ quello più in difficoltà e non da adesso. Alterna buone cose a errori marchiani.

Allenatore: Raffaele Palladino 4 - Non serve chiedere scusa. Perché nessuno pensa che la Fiorentina sia entrata in campo per perdere. Ma da come è stata sistemata viene il sospetto che l’allenatore sia prigioniero delle sue certezze che, ora più che mai, appaiono sbagliate. La squadra gioca i primi minuti e poi evapora, perdendo ogni certezza e personalità. Meglio rimodellare che insistere in un sistema che oramai non paga più. Anzi.

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