È davvero difficile, in casa Fiorentina, riuscire a tenere i piedi per terra e pensare soltanto al Pafos, prossimo avversario dei viola in Conference e 303° nel ranking Uefa. Non c’è da stupirsi più di tanto, visto che quello con l’Inter di domenica ha tutti i contorni di uno scontro diretto di altissima classifica che, se vedrà la squadra di Palladino vincere, potrebbe schiudere orizzonti impensabili a inizio anno: intanto la chance di eguagliare la striscia di otto vittorie consecutive che solo una volta nella sua storia il club è riuscito a ottenere (la stagione era la 1959/60, l’allenatore l’argentino Luis Carniglia), e poi - magari - la possibilità di fare un pensiero concreto a piazzarsi a lungo andare al primo posto in classifica, vetta che due giorni fa i viola hanno assaporato solo per tre ore prima della vittoria del Napoli sulla Roma.
Anche per questo, per provare a spingere la squadra verso un successo che sui nerazzurri al Franchi manca dall’aprile 2017, il popolo viola ha scelto di rispondere di nuovo presente. Riempiendo lo stadio (o meglio, la sua metà) fino all’inverosimile e mandando sold-out tutti i settori dell’impianto già ieri, quando la società ha comunicato che per la gara del primo dicembre restano disponibili solo poche centinaia di biglietti, quelli nelle zone più privilegiate (tribuna vip e d’onore). In realtà, complici le zone cuscinetto che dovranno essere garantite tra il settore ospiti e la Maratona, sarà improbabile che venga raggiunto il dato ottenuto contro il Verona prima della sosta (22.495 spettatori, record stagionale) eppure la notizia è che a ieri erano oltre 21mila i tifosi attesi a Campo di Marte per il big match del 14° turno. A leggere i freddi numeri, sembra non dover esserci partita (la rosa dell’Inter è stimata in 677 milioni di euro a dispetto dei 258 della Fiorentina, mentre il divario tra i due monte ingaggi è di 80 milioni lordi, 141 contro i 61 del club di Commisso) ma non per questo la formazione di Palladino parte battuta.
Anche perché - ed è questo uno degli aspetti che desta maggiore curiosità attorno alla sfida - quella di domenica potrebbe essere la volta buona per rivedere in campo dopo oltre un mese di assenza Albert Gudmundsson: l’islandese anche ieri ha lavorato in gruppo e punta alla convocazione per la gara con i campioni d’Italia (che tanto in estate lo avevano cercato) nella speranza di tornare a giocare anche solo pochi minuti e risultare determinate come contro l’altra milanese, caduta al Franchi con un suo gol a ottobre. Sognare, per ora, non costa nulla.
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