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La regata più dura del mondo: c’è anche il velista-filosofo fiorentino Giancarlo Pedote

Cresciuto a Scandicci, laureato in filosofia, manager di sé stesso: il 48enne fiorentino si misura di nuovo con la Vendée Globe

Lo skipper di Prysmian Giancarlo Pedote fotografato con il suo trofeo sui pontoni prima dell'inizio della Vendée Globe, domenica 10 novembre a Les Sables d'Olonne, in Francia (foto Anne Beaugé / Alea)

Firenze, 11 novembre 2024 – E’ partita la Vendée Globe, la decima edizione della regata in solitaria più dura del mondo: niente scali, niente assistenza. A Les Sables d'Olonne, sulla costa atlantica francese, si sono presentate quaranta imbarcazioni e fra gli skipper che percorreranno più di 24.000 miglia (45mila chilometri circa) per tornare in Vandea c’è anche il fiorentino Giancarlo Pedote.

Il prossimo Santo Stefano farà 49 anni. E’ cresciuto a Scandicci, si è laureato in filosofia, è un ex praticante di box e full contact; Giancarlo Pedote ha nel suo palmarès la Transat Jacques Vabre 2015 in Multi 50, è stato due volte Champion de France promotion course au large en solitaire, due volte Velista dell'Anno italiano, ha partecipato al suo primo giro del mondo in solitario nel 2020, il Vendée Globe, arrivando in 8a posizione, a sole 19 ore dal primo. Autore di un Dvd e due libri tecnici sulla vela, ha pubblicato con Rizzoli del Gruppo Mondadori "L'anima nell'oceano" e lo scorso anno "Proteggiamo l'Oceano". È fondatore e manager della struttura che gestisce la comunicazione, gli sponsor e il suo progetto sportivo. Insomma, un soggetto a tutto tondo.

Il 45enne fiorentino Giancarlo Pedote
Giancarlo Pedote

Il velista fiorentino ha colorato di bianco rosso e verde i foil della barca che porta il nome del suo storico partner, Prysmian. "Mi sento piuttosto sereno - ha dichiarato Pedote - Se le prime due settimane sono state molto intense in termini di impegni con l'organizzazione e ultimi check, in seguito il ritmo si è calmato, sia per me sia per i ragazzi del team. Ho potuto trascorrere del tempo con mia moglie e i miei figli. Una volta passata la linea di partenza, si entra in modalità 'regata' e non si pensa ad altro, anche se è sempre importante avere contatti regolari con le persone che si amano".

La missione è tosta: doppiare i tre grandi capi degli oceani australi - Buona Speranza in Africa, Leeuwin in Australia e Capo Horn in Sud America – e puntare all’obbiettivo grandioso di completare la regata. Poi certo, l’imperatore sarà il vincitore, magari battendo il record del francese Armel Le Cléac'h stabilito nel 2016/2017 (74 giorni e tre ore). La velocità e l'affidabilità delle barche in questa decima edizione suggeriscono che il record potrebbe cadere all'inizio del prossimo anno. Ma le previsioni meteo per i primi giorni di gara non giocheranno a loro favore, come si è visto anche domenica, dato che la fase di partenza si è svolta con un vento irregolare.

I velisti avevano mollato gli ormeggi tra le 8 e le 10 del mattino, dopo aver salutato i loro cari sui pontili e hanno poi navigato lungo il canale davanti a centinaia di migliaia di spettatori riuniti per l'occasione. I partecipanti provengono per lo più dalla Francia, 27, ma anche da Cina, Giappone, Gb, Germania, Svizzera, Belgio, Ungheria e Italia.