Gol, ambizioni e F1: baby-Berti, cuore viola

Intervista con il centrocampista classe 2004 acquistato (per la Primavera) in chiusura di mercato: "Sognavo di essere qua"

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Dalle parti di Calisese, frazione in provincia di Forlì-Cesena, tutti lo conoscono come "Muri". Un soprannome che, fin da piccolo, gli è stato affibbiato in virtù del nome dei genitori (Mauro e Maura) e dello zio (Maurizio). Inevitabile dunque che anche per Tommaso Berti, la nuova stellina della Fiorentina Primavera, fosse coniata ad hoc una quarta declinazione: "Ma qui a Firenze mi conoscono come Tommy" ci tiene a precisare. L’avventura in viola del centrocampista classe 2004 è partita solo da pochi giorni eppure non poteva iniziare meglio di così: l’abbraccio con Rocco Commisso nel match con il Milan (dove non ha giocato) e poi, alla prima presenza, gol da subentrato contro il Sassuolo: "L’impatto è stato buono, non potevo chiedere di meglio: i compagni mi hanno accolto bene e sto già iniziando a conoscere Firenze".

Cosa ha già visitato?

"Il centro, ne sono rimasto affascinato. Nel mio primo pomeriggio libero sono andato da solo in piazza Duomo e mi sono gustato un toast e una spremuta mentre ammiravo le bellezze della cattedrale e del battistero".

Intanto, una partita e un gol: i tiri dalla distanza sono la sua specialità?

"Di solito non faccio tanti gol, ma spero di smentirmi a Firenze. A me piace un gioco dinamico, in cui possa sfruttare entrambi i piedi".

Quali sono i suoi modelli di riferimento?

"Da piccolo mi piacevano i giocatori alla Messi, ovvero quelli tecnici con un fisico non esagerato. Oggi dico Bernardo Silva del City".

A Cesena la dipingono tutti come un predestinato: le ha mai pesato questa etichetta?

"No, anzi. Avendo fatto tutto il settore giovanile bianconero fino alla prima squadra era normale avere aspettative. Il mio sogno era quello di giocare un giorno al Manuzzi e ci sono riuscito".

L’impressione è che lei sia un ragazzo d’altri tempi… ?

"Me lo dicono in tanti, ma io amo fare le cose con naturalezza. Persino le più semplici. Non mi interessa vestire firmato o uscire la sera. E so di seguire sport poco in voga tra i miei coetanei".

Quali?

"Il ciclismo prima di tutto ma anche la Formula 1. Pensi che di recente ho seguito dal vivo una tappa del Giro e che quando posso inforco la mia bici per fare dei tour".

Quanto conta a livello Primavera avere già quasi 30 presenze in C?

"Il calcio vero è un’altra cosa. In un anno ho imparato tante cose, sia dentro che fuori dal campo. Stare assieme a giocatori come Rigoni e Missiroli mi ha aiutato tantissimo".

Ci racconta com’è nata l’idea di trasferirsi a Firenze?

"La Fiorentina è un club importante, con tutto rispetto per Milan e Torino che mi avevano cercato: i viola mi hanno voluto con insistenza".

Quanto ha influito nella sua scelta la presenza in panchina di Aquilani?

"Molto, perché so che può darmi tanti consigli. Mi sto trovando bene con lui. La sua idea di calcio mi piace perché il gioco palla a terra esalta le mie qualità".

Che obiettivi si pone, Berti, per la sua prima annata in viola?

"Voglio divertirmi, intanto. Poi mi piacerebbe vincere il campionato e aumentare il record delle Coppe Italia, sollevando la quinta di fila. Poi avremo anche la Supercoppa… per cui speriamo di fare un triplete".

Andrea Giannattasio