FABIO FERRI
Sport

Gualemi, la stecca sul titolo italiano I ’cinque birilli’ hanno un solo re

Il campione fiorentino vince i Campionati tricolori singolo e di coppia. Un altro trionfo dopo i Mondiali

di Fabio Ferri

C’è campionato italiano e campionato italiano, perchè senza voler venir meno di rispetto alle altre discipline, il titolo tricolore del biliardo 5 birilli vale quanto un Mondiale. Basti pensare che a giocarsi l’ultimo titolo italiano c’erano quattro giocatori che in carriera hanno conquistato almeno un titolo mondiale. A imporsi nelle Finali dei Campionati Italiani, nell’ultimo capitolo della stagione 2019-2021 andato in scena a Saint-Vincent, è stato il fiorentino Matteo Gualemi, già campione del mondo 2015, campione europeo 2017 e campione italiano nel 2018.

Gualemi che sensazione è vincere un campionato così competitivo?

"Una bella sensazione. È il torneo a cui tengo di più, perchè richiede più continuità. Il mondiale dura una settimana, mentre nell’italiano devi sempre essere tra i primi per tutto l’anno. Non è il più gratificante, ma è sicuramente un torneo di alto livello competitivo. A livello europeo la competizione sta crescendo con Francia e Germania che stanno crescendo, anche se ad oggi sono gli argentini quelli che lottano di più".

Ci racconta il suo torneo?

"Tante partite tirate. La finale forse è stata la partita più tesa, e forse anche la gara dove ho giocato un po’ peggio. La svolta però è stata quella nei quarti contro Aniello, perdevo 3-1 e ho rimontato fino a vincere 3-4. È stata una bella prova di carattere."

Qualche dedica?

"Alla mia famiglia e alla mia ragazza. Questo anno abbiamo passato un brutto momento e quindi voglio dedicarlo a loro".

Ha vinto il singolo e anche in coppia, adesso si riposerà?

"Durante la stagione regolare gioco tutte le settimane, giocando dal regionale fino ai tornei internazionali. In genere in estate stacco un mesetto, per ricaricare le energie soprattutto a livello mentale. Comunque se stacco un giorno o due, al terzo mi viene voglia di riprendere la stecca in mano".

Lei, Aniello, Rizzo e Quarta, tutti campioni affermati, è dura affrontare sempre avversari così forti?

"Il duello è sempre bello, anche se a volte si creano meccanismi mentali strani. Capitano periodi in cui vinci sempre con uno e invece perdi con un altro. Comunque è normale quando si ha un livello così simile e così alto".

Il prossimo appuntamento è il Mondiale in programma per primavera, con quanta fame di vittoria si presenta?

"Con una grande fame. È una manifestazione straordinariamente bella. Anche solo la parola ‘Mondiale’ fa un effetto speciale".

Lei ha uno stile molto raffinato rispetto ad una nuova scuola di ’bazookisti’ che predilige la forza alla tecnica. È difficile vincere usando il suo stile?

"Ho scelto lo stile che mi riusciva meglio. Ho appreso dallo stile stile toscano, che ha una grande tradizione. Ho cominciato vedendo campioni come Martinelli e Cifalà e stando vicino a tanti giocatori bravi. La scuola toscana non è prettamente aggressiva e dunque ho forse sviluppato un gioco un po’ più tecnico, ma non voglio dire che quello di altri giocatori non lo sia".

Il suo soprannome è ’Bambino’, ma a 33 anni questo soprannome le piace ancora o le da fastidio?

"Sinceramente spero che continuino a chiamarmi "Bambino" ancora per molto".