
Tifosi della Fiorentina nei distinti mentre seguono la partita con attenzione e partecipazione
C’è stato un periodo a inizio stagione nel quale il lavoro all’intervallo di mister Palladino e del suo staff sembrava avere un qualcosa di magico. In quei pochi minuti il tecnico campano era capace di rivitalizzare la sua squadra, che puntualmente tornava in campo e ribaltava le situazioni di svantaggio. Fu analizzata anche la gestione di quei benedetti quindici minuti dentro lo spogliatoio. Lo stesso Palladino la spiegò. "Nei primi 5’ analizziamo gli errori commessi, nei secondi cinque valutiamo con la squadra quello che possiamo fare e poi negli ultimi sviluppiamo le novità". Il mister fu nominato "l’aggiustatutto". Era ottobre, la Fiorentina volava e quando andava sotto aveva la forza di reagire. Nella trasferta in casa del San Gallo l’apice di quanto descritto. Primo tempo 1-0 per gli svizzeri, finale 2-4 per i viola. Fin lì sotto cinque volte: zero i ko al 90’.
Qualcosa poi evidentemente è cambiato. Non crediamo la gestione dell’intervallo, ma cinque mesi dopo il fluido magico sembra finito, tanto che ad Atene si è parlato di una squadra "addormentata" e di approcci deleteri ai due tempi. Prendendo come riferimento la gara del 15 dicembre contro il Bologna (quella che ha interrotto il famoso filotto di vittorie), la Fiorentina ha vinto solo una partita nella ripresa: il recupero con l’Inter. Nei secondi quarantacinque minuti ha perso la sfida del Dall’Ara, è stata ribaltata dall’Udinese, ripresa dal Torino, sorpassata dall’Inter al Meazza e sconfitta da Como (una rete per tempo) e Verona in Serie A.
In queste ultime tredici partite sono stati solo 5 i gol realizzati nei secondi tempi. Tre all’Inter, uno alla Juventus e uno (inutile per il risultato) al Monza. Le altre tre vittorie del periodo sono state tutte costruite con gol nel primo tempo (Lazio, Genoa e Lecce). E la notte di Atene ha confermato che il problema adesso c’è anche in Europa.
Alessandro Latini
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