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Il commento. Quella paura che può fare da scossa

La Fiorentina rischia l'eliminazione contro la Puskas Akademia, ma grazie a Kean e De Gea evita il disastro. Problemi da risolvere nonostante il passaggio del turno.

La torre di Maratona che svetta sullo stadio Artemio Franchi di Firenze

La torre di Maratona che svetta sullo stadio Artemio Franchi di Firenze

Zetti

Ma ve lo immaginate se la Fiorentina fosse uscita dalla Conference contro la Puskas Akademia? Brividi, brividi soltanto a pensarci. Perché dopo un inizio di stagione claudicante, dopo i fischi e gli striscioni apparsi in curva durante la gara col Venezia, un’eliminazione avrebbe avvelenato il clima e complicato il lavoro di Palladino e della squadra. In un modo o nell’altro era necessario e doveroso passare il turno e la Fiorentina, pur a fatica, è riuscita a farlo. L’avventura continua, ma i problemi da risolvere non sono scomparsi. Anzi. Primo tempo al limite della decenza, senza idee, senza la capacità di costruire un’azione, senza neppure un accenno di identità. Un passo indietro, se di passo indietro possiamo parlare, rispetto alle tre precedenti gare ufficiali. La Puskas Akademia colpisce due legni e De Gea salva almeno tre volte. Sembra una partita indirizzata verso la disfatta, fino a quando ci pensa Kean, l’unico che ha dato segnali di vivacità. Poi, dalla gioia, si è passati al terrore del baratro. L’ingenuità e l’espulsione di Ranieri, il pari della Puskas e il rosso a Comuzzo hanno aperto scenari impensabili. Solo l’orgoglio della squadra e la bravura di De Gea hanno salvato la Fiorentina dal dramma. Speriamo almeno che la grande paura possa servire a dare la scossa.

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