Se per caso vostro figlio vi chiede come funziona esattamente questa nuova formula delle coppe europee avete di fronte varie possibilità per rispondere senza fare brutta figura. La prima: scusa tesoro, devo uscire di corsa, ho un problema sul lavoro. Ne riparliamo stasera a cena. La seconda: tesoro non è complicata, se vai su google trovi tutto e facciamo prima. La terza: Beh, praticamente è come un campionato che serve a provare a disinnescare la superlega e a incassare sempre più soldi riempiendo le tv di partite avvincenti ed emozionanti come una gita scolastica al Vingone. Le prime otto passano, le altre otto vanno ai play off come se fosse Antani, tutti le altre vengono iscritte di diritto al torneo della pasticceria Marcello o del bar Franco, questo dipende dalla differenza reti, poi dal coefficiente integrativo della somma dei metri quadri del viola park accorpato nella classifica avulsa con scappellamento a destra sommato al voto preso alla maturità dell’intera rosa, staff medico compreso. Più iva, sia chiaro. Scegliete voi.
Comunque buona la prima. Che poi la Fiorentina abbia dovuto mettere dentro i titolari per avere la meglio su un avversario che poteva contare solo sull’effetto umidità, considerata la giornata molto gallese dal punto di vista meteorologico, pare un dettaglio. E comunque la vera domanda è: chi scrive i testi a Palladino? D’Annunzio? “Biraghi si è dimostrato un uomo vero a giocare nella posizione di centrale”. Oppure chat gpt, che ha risposto alla domanda: scrivimi un testo da dopo partita di quelli in cui non si dice niente ma ci si tiene buoni tutti. “Ci sono molti aspetti positivi nella nostra prestazione. Innanzitutto posso contare su tutta la squadra ed in secondo luogo abbiamo mantenuto la porta inviolata”. L’intelligenza artificiale conosce il fatto suo. Ma va bene così. In fondo contava vincere e poi quello che importa è non farsi nemici. Diciamo che adesso è in arrivo un avversario serio, il calcio si fa vero e le cose buone viste giovedì sera avranno la possibilità di confermarsi. E le cose buone viste sono poche e di solito non sono titolari. Piace Adlì, che ha piedi buoni e visione di gioco. Il tempo gli darà ragione. Così speriamo.
Elegante il giovane Richardson, che piace per quel modo di fare calcio così raro e perché ha di sicuro molti margini di miglioramento. Se Beltran resta un mistero, Ikonè il suo maestro e Sottil un fenomeno incompreso o incomprensibile, ricordiamoci che ognuno di loro avrà sempre la possibilità di ribaltare qualsiasi giudizio negativo. In maglia viola, oppure altrove, chissà. Non c’è niente di definitivo e di compiuto, per fortuna. La buona notizia è che almeno una partita di coppa ce la siamo levata di torno. E ora c’è il Milan, e qui si torna al calcio vero. Forza ragazzi, sorprendeteci.
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